Sono sett gli indagati per la morte di Cristina Pagliarulo, la 41enne di Giffoni Valle Piana, la cui agonia è stata ripresa dalle telecamere di Fuori dal Coro di Rete 4. in un servizio terribile Il 6 marzo scorso la donna era rimasta sulla barella del pronto soccorso dell’ospedale “Ruggi d’Aragona” di Salerno chiedendo aiuto per 24 ore, prima di morire. Domani ci sarà l’autopsia con la riesumazione del corpo, attualmente sepolto al cimitero di Giffoni per consentire di effettuare l’esame irripetibile Per eseguire l’esame autoptico il pm Ivana Nigro ha nominato un pool di esperti, composto da Nicola Maria Giorgio, Antonio Mirabella e Adelmo Gubitosi, mentre la famiglia ha nominato il medico Francesco Nobili di Firenze. La Procura della Repubblica di Salerno, che nei giorni scorsi ha aperto un fascicolo, ha iscritto – per ora e per consentire l’accertamento tecnico – nel registro degli indagati sette persone. Si tratta di Mario Cicalese, Paola Esposito (medico di pronto soccorso), Lorenza D’Amico (medico di neurologia), Francesca De Felice, Marcello Della Corte, Enrica Bisogno a Antonio Carrano (medico di chirurgia). L’ipotesi contestata dalla Procura di Salerno è di omicidio colposo con colpa medica. La donna si era recata al pronto soccorso con forti dolori addominali intorno alle 3 di notte del 3 marzo. Dopo due ore era stata rimandata a casa. Lei era tornata il giorno successivo, chiedendo ancora aiuto. Dolori sempre più forti, che sarebbero stati sottovalutati inizialmente. Così come uno strano gonfiore all’addome. I successivi accertamenti, avvenuti solo 12 ore dopo il secondo ricovero in pronto soccorso, avrebbero mostrato un’ischemia ed emorragia a livello addominale. Poi il disperato intervento chirurgico in sala operatoria. Troppo tardi per salvarle la vita. Nei giorni scorsi i Nas, come anticipato da le Cronache, aveva sottoposto a sequestro le cartelle cliniche. La famiglia della donna, assistita dall’avvocato Mattia Alfano del Foro di Firenze, chiede di conoscere la verità e di capire se la morte della 41enne poteva essere evitata. L’azienda ospedaliera “Ruggi”, con una nota diffusa nei giorni scorsi dal direttore generale Vincenzo D’Amato, aveva fatto sapere di aver esaminato la vicenda anche attraverso una commissione interna che, sulla base degli accertamenti effettuati, non aveva riscontrato elementi di criticità nell’assistenza fornita alla paziente.





