Crescent, Sallusto: "La telefonata non mi intimidì ma avvertii clima ostile" - Le Cronache
Cronaca

Crescent, Sallusto: “La telefonata non mi intimidì ma avvertii clima ostile”

di Giuseppe D’Alto

“Quella telefonata non mi intimidì affatto. Ho rinunciato perché si era perso troppo tempo ed avvertivo un clima sfavorevole nei nostri confronti”. Corrado Sallusto, legale rappresentante della Cogefer, è stato ascoltato dai giudici della seconda sezione del Tribunale di Salerno (presidente Siano, Cantillo e Trivelli a latere) nell’ambito del processo relativo alla realizzazione del Crescent che vede il governatore De Luca, tra gli altri, imputato. il sessantanovenne, quale teste del pubblico ministero, è stato nuovamente ascoltato sulla vicenda della telefonata “intimidatoria” già oggetto di un altro procedimento penale conclusosi lo scorso anno con l’assoluzione di Aldo Rainone, con la formula del rito abbreviato, davanti al Gip Sergio De Luca. Ad ascoltare l’imprenditore di Cento l’ex rivale nella corsa ai lavori di aggiudicazione per il Crescent c’era anche Eugenio Rainone. “Mi interessai di quest’edificazione per le interessanti prospettive dell’affare. In base ai nostri parametri era un ottimo affare. La segnalazione mi fu fatta da una persona che aveva interessi sul territorio: Fabio Riversi Monaco, il presidente della Cassa Risparmio di Bologna. Era interessato, in particolare modo, allo sviluppo di un immobile: il Jolly Hotel. Del resto io avevo già lavorato nel salernitano occupandomi dalla realizzazione della Caserma dei carabinieri di Sala Consilina. Il mio interesse era esclusivamente imprenditoriale ed i numeri dell’affare erano buoni. Si trattava di un’operazione da 14mila metri quadri del valore di diecimila euro a metro quadrato. Decisi di partecipare alla gara d’appalto e depositai la cauzione prevista. Ricordo che la busta fu aperta in un piccolo ufficio. fui accompagnato dall’avvocato Pittalis”. Il pm Valenti chiede se avesse notato scene di delusione. “Sinceramente non notai reazioni positive o negative. La differenze tra le due offerte era minima ed è logico che qualcuno fosse deluso”. Sallusto si sofferma sulla vicenda dell’esclusione. “Arrivò una comunicazione dal Comune che rilevava un problema relativo ad una procura di mia moglie. Presentammo ricorso al Tar che ci diede ragione. Ricordo che il sindaco si complimentò dopo la decisione dei giudici. Il Consiglio di Stato ribaltò nuovamente la situazione ed a quel punto, visto che i tempi non erano quelli che aveva prefissato, decisi di rinunciare al ricorso di merito”. Ma non è l’unico motivo. “Percepii che la nostra presenza non era gradita”. Sensazione, probabilmente, avallata dalla telefonata subito dopo la revoca dell’appalto da parte del Comune. “C’eravamo da poco trasferiti con gli uffici e ricordo che la segretaria mi riferì che c’era una telefonata dal Comune di Salerno. Quando risposi mi misero in attesa, come se la telefonata fosse stata smistata dal centralino, poi rispose una persona che mi chiese se ero di Cento, se avevo due figli e se ci tenevo a loro… Consigliandomi di stare lontano da Salerno”. I legali difensori, in particolare il professore Agostino De Caro, chiede di precisare la questione della cauzione e se quest’ultima fosse andata perduta in caso di ricorso di merito al Consiglio di Stato. “No, non è così. Noi chiedemmo la restituzione della cauzione da un milione e cento di euro. Ricordo che già dopo il ricorso al Tar ci riferirono te la ridiamo subito se non rompi le scatole. In ogni caso avvertivamo un clima poco favorevole ma non mi rivolsi al colonnello Merone per la questione delle telefonata. Ho molti amici tra i carabinieri a Salerno e mi sono rivolto a lui solo per una questione di cortesia. Come si fa in genere quando si va a lavorare in un territorio diverso rispetto a quello dove risiedi”. Nel corso dell’udienza Sallusto ha esaltato la bellezza della progetto del Crescent: “Anche oggi (ieri per chi legge) quando sono arrivato a Salerno nel vederlo mi ha fatto davvero una bella impressione. Rispetto a quanto è stato fatto dalla ditta aggiudicataria io non avrei inserito il ferro perché troppo vicino al mare”. L’amministratore unico della Cogefer, incalzato dall’avvocato De Caro, riferisce che aveva pensato di affidarsi ad un’altra ditta. “Probabilmente avrei fatto solo il finanziatore (ma l’avvocato De Caro mostra un documento in cui viene evidenziato altro), era soltanto un’ipotesi. L’Icea società? La conosco, forse ci saremmo affidati a loro”. Il pm ha rinunciato al teste Pittalis mentre è stato dato l’assenso alla sostituzione del consulente tecnico Perrotta con Michele Brigante. La prossima udienza è fissata per il 14 aprile quando sarà ascoltato l’ex patron della Nocerina Giovanni Citarella e sarà scelta la riserva sul teste Ragusa.