di Andrea Pellegrino
Troppi tasselli ancora da comporre, c’è l’istanza di sospensione del processo sul Crescent al Consiglio di Stato da parte di Italia Nostra e No Crescent. Praticamente si prospetterebbe, se accolta la richiesta degli avvocati Oreste Agosto e Pierluigi Morena, lo slittamento dell’udienza (che avrebbe dovuto stabilire in via definitiva il destino della mezza luna di Bofill) fissata per il 15 ottobre dai giudici di Palazzo Spada. Una nuova mossa difensiva nell’ambito della sempre più complessa vicenda che riguarda allo stato tutta la riqualificazione dell’area di Santa Teresa. Quindi anche Piazza della Libertà, dopo i recenti sviluppi tecnici e le numerose problematiche tecniche emerse. Quanto al Crescent, da Italia Nostra e No Crescent la richiesta di sospensione del processo pendente al Consiglio di Stato si baserebbe su quattro considerazioni. La prima: al Tar è ancora pendente il ricorso relativo al primo settore del Crescent ed a quanto pare, la sezione salernitana del tribunale amministrativo avrebbe fissato l’udienza di merito (dopo aver sospeso i lavori in quel settore) per dicembre. Questo, dicono da Italia Nostra, impone la necessità di attendere la sentenza del Tar che si esprimerà su una parte dell’opera di Bofill. La seconda: la Sist srl che avrebbe dovuto realizzare un settore del Crescent (nella porzione un tempo occupata dal Jolly Hotel) non ha ancora avviato i lavori (e forse non ne sarebbe nemmeno più intenzionata) e il suo permesso a costruire sarebbe addirittura scaduto. La terza: con molta probabilità all’orizzonte si prospetta anche un ricorso contro la costruzione della nuova sede dell’autorità portuale (che dovrebbe sorgere in una torre del Crescent) i cui suoli non sono ancora sdemanalizzati. La quarta riguarda le recenti verificazioni che saranno oggetto di impugnativa. «Si basano – fanno sapere – su una variante in corso d’opera. Per noi quel parere sismico non ha alcun senso». In un certo senso, dunque, l’intera vicenda potrebbe ritornare nuovamente al Tribunale amministrativo di Salerno che, per ora, è chiamato a pronunciarsi sul primo settore ma che tra non molto potrebbe essere investito di nuove richieste sospensive e di merito, arricchendo, così l’enorme fascicolo Crescent. Intanto c’è un nuovo esposto in Procura con una nuova richiesta di sequestro del cantiere. Al centro, ancora una volta, il demanio. «La deviazione del Fusandola – sostengono dal comitato No Crescent- è abusiva, un’ampia porzione del comparto di Santa Teresa, pari a oltre 23 mila metri quadrati, è senza sdemanializzazione – come risulta da una nota dello scorso aprile della Capitaneria di Porto -, di cui oltre 15 mila metri quadrati utilizzati a fini edificatori quale superficie territoriale. Altro che “piccola particella” come affermato dal primo cittadino a Report, l’intervento Crescent – piazza della Libertà è chiaramente abusivo. Il dossier demaniale è stato presentato in Procura, con nuova richiesta di sequestro immediato dell’area. Gli atti demaniali saranno notificati anche al sottosegretario De Luca perché il ministero delle Infrastrutture, competente per le aree demaniali, tuteli i propri beni».