La prima relazione tecnica sul Crescent è approdata al Consiglio di Stato. E’ quella del Genio Civile, a firma dell’ingegnere Celestino Rampino, che così come disposto dall’ordinanza di Palazzo Spada, ha prodotto i suoi atti in vista dell’ultima e definitiva udienza che si terrà il 26 marzo. Certificazioni sismiche, effetto diga, monitoraggio e resistenze dei fabbricati, sono i punti salienti che l’ingegnere Rampino (dirigente del Genio Civile di Ariano Irpino e tra l’altro dottore di ricerca in ingegneria geotecnica) ha toccato ed esaminato in contraddittorio con le parti interessate. Ed in particolare con l’associazione Italia Nostra (promotore del ricorso in appello con il supporto del comitato No Crescent), con il Comune, con la Crescent Srl, con la società Sist e l’Autorità Portuale di Salerno. Tutti si sono avvalsi dei propri consulenti tecnici. Italia Nostra e No Crescent rappresentati dagli avvocati Oreste Agosto e Pierluigi Morena e dai tecnici (che hanno lavorato allo studio dell’intera vicenda), Vincenzo Strianese (architetto), Alberto Alfinito (geologo) e Andrea Cioffi (ingegnere) mentre Palazzo di Città dal professore Ciro Faiella e dall’ingegnere Antonio Ragusa; Elio ed Eugenio Rainone per la Crescent Srl supportati dagli ingegneri Umberto Di Cristinzi e Giovanni Di Marco e dai legali Dario Rainieri e Lorenzo Lentini ed infine l’Autorità Portuale rappresentata dall’avvocato Barbara Pisacane.
La relazione
Centoventitre pagine il dossier che il Comitato No Crescent ora potrebbe portare anche all’attenzione della Procura della Repubblica di Salerno a sostegno, tra l’altro, dei tanti esposti già presentati negli ultimi anni.
Le autorizzazioni sismiche
Procedura carente sia sotto il profilo tecnico che amministrativo per quanto riguarda le autorizzazioni sismiche. «Carenze – si legge – che non consentono un accertamento pieno di rispondenza del progetto alla normativa sismica vigente, in relazione all’illustrazione e giustificazione delle ipotesi e del modello di calcolo assunti in alcune analisi, allo svolgimento di alcune verifiche normativamente previste, o comunque alla completa e chiara esposizione delle stesse, alla presentazione dei risultati, alla rappresentazione grafica di alcuni elementi strutturali e dettagli costruttivi dell’intervento da realizzare, alla coerenza tra alcuni elaborati progettuali, alla completezza della denuncia dei lavori sotto il profilo amministrativo».
Il torrente Fusandola e il rischio liquefazione
No comment sulla deviazione del torrente Fusandola, osservazione mossa da Italia Nostra ma respinta dal verificatore perché non «pertinenti alle indagini richieste dal Consiglio di Stato» mentre attenzione è stata posta alle fondazioni e al rischio liquefazione. L’area, infatti, risulta classificata nell’ambito della “Carta di Microzonazione Sismica” del Piano Urbanistico Comunale di Salerno come “Area a maggiori potenzialità di liquefazione individuate con metodi di zonazione di primo e secondo livello”. Per il verificatore, dunque: «In progetto avrebbe dovuto essere adeguatamente documentato il sussistere delle condizioni che consentono di omettere la verifica a liquefazione, tanto viepiù alla luce della classificazione risultante dalla “Carta di Microzonazione Sismica” del Puc, (così come sostenuto da Italia Nostra). Valutazioni ed elaborazioni, ai fini dell’esclusione della verifica a liquefazione, mancano del tutto in progetto».
Le fondazioni del Crescent
Non convincono anche le indagini sulle fondazioni (definite miste, costituite tecnicamente da platee e diaframmi). Mancherebbero, per l’ingegnere Rampino, infatti: «Verifiche geotecniche e strutturali dei diaframmi». Tra l’altro, Italia Nostra e No Crescent già in precedenza avevano sollevato dubbi sull’utilizzo di diaframmi, invece della palificazione che potrebbe essere più opportuna sui terreni interessati da falde acquifere.
Ieri mattina il primo deposito degli atti mentre si attendono le altre relazioni delle verificazioni ordinate dal Consiglio di Stato. Ed in particolare quelle dell’Autorità di Bacino e della Regione Campania. A quanto pare non si esclude una ulteriore richiesta di proroga da parte della Regione.