Di Andrea Pellegrino
La sentenza Crescent va in Appello. Impugnata dalla Procura della Repubblica nei giorni scorsi, è stato presentato anche l’appello incidentale da parte dei legali di Vincenzo De Luca. Il governatore era stato assolto in primo grado, insieme a tutti gli altri imputati, lo scorso settembre. La Procura incalza sul reato di falso per l’allora sindaco di Salerno, oggi presidente della Regione Campania, che per i giudici si sarebbe estinto per intervenuta prescrizione. Al centro la nota firmata e sottoscritta nel maggio 2007 da Vincenzo De Luca con la quale si attestavano le aree di proprietà del Comune per la realizzazione della mezza luna di Bofill e di piazza della Libertà a Santa Teresa. L’appello principale contesta le conclusioni raggiunte dal Tribunale sulla natura del- l’atto a firma dell’ex sindaco De Luca, dalla quale discende l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione. Per la Procura la sentenza di primo grado sarebbe nulla perché «manca del tutto qual- siasi riferimento espresso alla contestazione del reato». Carenza «non superata dal contenuto complessivo delle sentenza». Ricostruzione non veritiera per gli avvocati Castaldo e Carbone che assistono Vincenzo De Luca: «La sentenza ricostruisce minuziosamente i fatti, riportando addirittura il testo dell’intera nota a firma del sindaco De Luca, la cui falsità era oggetto di conte- stazione, indicando con precisione le ragioni da cui sarebbe discesa la presunta falsità». Dunque, per i legali del governatore, «il contenuto complessivo della motivazione consente di desumere l’enunciazione dei fatti e delle cir- costanze ascritte all’imputato, elidendo in radice la possibilità di rimuovere ogni rilievo sul punto». La procura insisterebbe sulle aree e sulle opere di urba- nizzazione. In particolare, nell’Appello, avrebbe ribadito come «alcune particelle fossero oggetto di concessione ai privati, come ad esempio la Ferrigno Marmi, conclamando così la mancata realizzazione di opere di urba- nizzazione ad opere del comune e confermando quindi la falsità della nota». Di altro avviso i legali di De Luca che sostengono errata la “modalità di accertamento”. Tra l’altro è lo stesso tribunale che nelle motivazioni della sentenza muove delle perplessità.