di Andrea Pellegrino
Il Ministero dei Beni Culturali chiede chiarimenti sulla vicenda Crescent. La direzione generale per il paesaggio, infatti, ha indirizzato una nota al Soprintendente Miccio e alla Direzione Regionale di Napoli chiedendo “aggiornate osservazioni e valutazioni” sulla questione urbanistica di Santa Teresa. Quest’ultima iniziativa del massimo organo nazionale in materia di paesaggio prende origine da un esposto del movimento No Crescent; nei giorni scorsi il comitato, Italia Nostra e l’associazione “Articolo 9” avevano trasmesso al Ministero il dossier “Mala Gestio del paesaggio, dei beni comuni, del denaro pubblico” che ripercorre le tappe fondamentali della vicenda. Il documento sottolinea in modo articolato come uno dei reati contestati – il delitto di lottizzazione abusiva – ha trovato conferma nella pronuncia dei Giudici amministrativi i quali, con sentenza definitiva, hanno dichiarato l’illegittimità delle autorizzazioni paesaggistiche dell’intero comparto edilizio. Italia Nostra e No Crescent hanno inoltre evidenziato al Ministero come il codice del paesaggio non consenta sanatorie postume per opere realizzate in area vincolata con autorizzazione illegittima. Ora il dirigente della Direzione Generale, l’architetto Roberto Banchini, chiede i dovuti chiarimenti agli enti di tutela che operano in ambito locale e li invita a tenere informate le stesse associazioni. «Saremo attenti e vigili», affermano gli oppositori del Crescent, «su tutti gli atti che gli enti adotteranno nelle prossime settimane». A breve ci saranno nuove importanti iniziative del movimento che si oppone all’ecomostro di Santa Teresa. Intanto Vincenzo De Luca annuncia: «La commissione consiliare sta lavorando per elaborare il parere paesaggistico sulla base delle indicazioni fornite dalla sentenza del Consiglio di Stato. Terminato questo lavoro, il documento conclusivo verrà trasmesso alla Soprintendenza per il completamento dell’iter amministrativo che riguarda il Pua e l’edificio del Crescent». Poi, incalzando i comitati, il primo cittadino afferma: «In relazione alle campagne messe in atto dai falsi ambientalisti, diversamente da altri edifici privati, questo edificio e la piazza sono progetti di iniziativa pubblica. Il Pua è stato presentato dal Comune, non dai privati. Questo è un progetto di riqualificazione urbanistica presentato dall’amministrazione comunale, nell’ambito del quale c’è quell’edificio che è funzionale alla realizzazione della piazza, la quale per essere tale deve essere delimitata da una cortina urbana. Stiamo vivendo qui a Salerno la vicenda che ha conosciuto Ravello in relazione ad un’altra opera di grande architettura, ovvero l’Auditorium di Niemeyer: anche in quel caso si sono susseguite campagne mediatiche, ricorsi e controricorsi; poi l’opera è stata realizzata, solo con una gran perdita di tempo. Questo rende imbarazzante il dialogo con i grandi progettisti del mondo. Cercheremo per fine febbraio di promuovere una bella iniziativa sull’architettura in Italia alla quale potrebbe partecipare David Chipperfield e magari anche Ricardo Bofill: queste grandi opere dovranno diventare oggetto di un dibattito nazionale su cosa sia la cultura della trasformazione urbana e su come fare dell’Italia un paese moderno».