Con l’immagine del gigante, raffigurato da Francisco Goya, nel quadro “Il Colosso”, che con il suo corpo enorme, avanza minaccioso, con gli occhi chiusi, simbolo di violenza cieca, sovrastando i villaggi della valle dalla quale gli abitanti scappano atterriti, terminava la presentazione delle slide che mostravano le foto del “Crescent” in costruzione, protagonista del libro:”La Grande Muraglia nel Porto di Salerno. Come si sfregia una città”- Edizioni Controcorrente – scritto dall’avvocato Gaetano Troisi, che ha spiegato: «E’ il gigante che schiaccia la nostra civiltà, le tradizioni, i sacrifici fatti dalle generazioni precedenti che vengono annullate d’un colpo da questa figura gigantesca e mostruosa che pittoricamente può dare l’idea del guasto immenso determinato da questo Crescent, un gigante di cemento alto quasi 35 metri e lungo 215 metri, del quale parlo nel mio libro, scritto per suscitare nella città un dibattito di tipo culturale e politico, per far luce sui retroscena che hanno favorito lo scempio e per sensibilizzare l’opinione pubblica». Il libro è stato presentato mercoledì sera nella sede salernitana del Club Alpino Italiano, in via Porta di Mare, che conta 380 soci, tra i quali proprio l’avvocato Troisi, alla presenza del presidente del Club, Sandro Giannattasio, della presidente della sezione di Salerno di “Italia Nostra”, Raffaella Di Leo, e dell’avvocato Ennio Capone, fondatore, nel 1986, del Club, che ha moderato gli interventi, manifestando il suo apprezzamento per il libro : «Un libro di impegno civile, un pamphlet che ogni salernitano dovrebbe avere in casa», pur non condividendone la visione politica.
La presidente Raffaella Di Leo, ha distinto la struttura del Crescent, «che non ha alcuna compatibilità con il luogo, che appartiene a tutta la città» in due parti: «Il parcheggio, che rappresenta l’opera pubblica, finanziato con i fondi pubblici europei, stanziati per i centri storici, e l’edificio, spaventosamente invadente e invasivo, che è un’opera privata. Il contenzioso è aperto per la parte privata che tra l’altro, ha molti elementi d’illegittimità, come abbiamo scoperto studiando le carte, che comportano come effetto immediato la pericolosità per i fabbricati vicini (Palazzo ex Inail e Scuole Barra), soprattutto per quanto concerne l’intreccio di acque sotterranee presenti nella zona». A questo proposito la Di Leo ha richiamato la vicenda del palazzo di Napoli, crollato alla Riviera di Chiaia, probabilmente per cause collegabili ai lavori per la costruzione della Metropolitana e alla presenza di acqua sotto il livello stradale. Raffaella Di Leo si è anche soffermata sul parere paesaggistico della Soprintendenza di Salerno: «E’ stato legato al silenzio assenso e questo ci ha scandalizzato» e sul contratto stipulato tra il Comune di Salerno e l’impresa di costruzioni: «C’è una clausola assurda secondo la quale il Comune, si assume il rischio proprio degli esiti delle azioni giudiziarie pendenti in relazione all’immobile. In pratica se il Consiglio di Stato ad aprile, nell’udienza di merito, dovesse esprimersi sull’illegittimità dell’autorizzazione a costruire, l’Amministrazione Comunale, e quindi tutti noi, cittadini deve restituire il denaro versato e pagare tutte le opere illegittimamente eseguite».
L’avvocato Troisi ha anche sottolineato che: «Il Crescent, con i suoi duecentoquaranta appartamenti di lusso, con il relativo posto auto e posto barca, rappresenta la più grande speculazione edilizia nella storia della città. Il consumo irrazionale della risorsa suolo, nel cuore antico della città, è irripetibile» e manifestato apprezzamento per la Stazione Marittima di Zaha Hadid: «E’ un lavoro interessante, moderno, una novità gradevole che s’inserisce bene nel paesaggio, ma che rischia di essere schiacciata dal Crescent». Nella grande sala del Cai, erano esposti dei tabelloni, realizzati dall’architetto Paolo Ferraiolo, sui quali, con grafici e fotografie, si raccontavano le fasi di costruzione del Crescent, dal 2009 a oggi, compresi gli abbattimenti dei platani secolari; dell’Istituto Nautico, dell’Hotel Jolly, e il rinvenimento, a luglio 2012, della bomba.
10 marzo 2013