Carenze degli elaborati sismici della società Crescent srl e carenza della verifica delle oscillazioni della falda esistente nell’area del cantiere. Questi i due assunti fondamentali portati all’attenzione dei verificatori Sebastiano Rampello ed Achille Paolone, dai due geologi, superconsulenti di Italia Nostra, Franco Ortolani e Alberto Alfinito e dall’ingegnere Angelo Spizuoco nel corso della prima seduta di verificazioni, disposte dal Consiglio di Stato lo scorso mese di aprile, che ha avuto luogo presso l’Università La Sapienza di Roma. Per quanto riguarda le carenze degli elaborati sismici prodotti dalla Crescent, queste erano già state sottolineate, in sede di prima verificazione, dall’ingegnere Celestino Rampino, all’epoca dirigente del Genio Civile di Avellino da qualche mese passato a Salerno. Nello specifico, Ortolani ed Alfinito hanno contestato la mancanza di indagini sulla risposta sismica locale e la carenza della ricostruzione tridimensionale del modello geologico e geotecnico. Nei prossimi giorni, a seguito dell’acquisizione della nuova documentazione, i verificatori fisseranno quella che potrebbe essere la seduta decisiva per quel che concerne il caso Crescent, prima del giudizio del Consiglio di Stato del prossimo 16 novembre. A sostenere le tesi difensive dell’associazione ambientalista vi era l’avvocato Licia Claps, in rappresentanza del legale Oreste Agosto, la quale ha depositato alcune note giuridiche che, oltre a sottolineare il grave ritardo nell’insediamento del collegio dei verificatori (praticamente alla scadenza dei termini fissati dall’ordinanza di Palazzo Spada), ha posto l’accento sul fatto che la verifca dovrà fondarsi su documenti che, di fatto, sono già parte integrante e formano il fascicolo del giudizio di appello del caso Crescent senza, dunque, la possibilità di acquisitire la nuova documentazione tecnica presentata dai legali della società Crescent di Elio Rainone. Ed alla situazione del cantiere di Santa Teresa è legata anche la battaglia del comitato No Crescent, nello specifico per quel che concerne l’inconferibilità dell’incarico di viceministro alle Infrastrutture e trasporti a Vincenzo De Luca. Secondo il comitato, infatti, alla base vi è anche la questione «della sdemanializzazione ancora non del tutto completata nell’area del cantiere Crescent/piazza della Libertà. Le inchieste avviate dalla Procura della Repubblica di Salerno sulla mancata sdemanializzazione renderebbero persino imbarazzante una nomina a Viceministro visto che tra le funzioni del Ministero delle Infrastrutture rientrano competenze specifiche sul demanio e sulle aree portuali».
Marta Naddei