Corruzione: ecco èerchè iervolino è stato condannato - Le Cronache Ultimora
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Corruzione: ecco èerchè iervolino è stato condannato

Corruzione: ecco èerchè iervolino è stato condannato

Sono state rese note le motivazioni della sentenza di primo grado che ha portato alla condanna Danilo Iervolino a 4 anni di carcere. Con Iervolino fu condannato a 5 anni anche Fran-cesco Cavallaro. Dal processo di primo grado, secondo quanto si legge, è emerso che Iervolino, ex proprietario del-la Unipegaso, ha utilizzato la “propria” università “per ge-stire fatti illeciti esterni alla stessa”. Inoltre secondo il Gup Enrico Campoli tra il segreta-rio della Cisal Francesco Ca-vallaro e il direttore generale del ministero del Lavo-ro Concetta Ferrari c’era un “rapporto sinallagmatico cor-ruttivo”, cui il patron della Sa-lernitana Danilo Iervolino ha concorso “fattivamente e deci-samente”. La vicenda iniziò dalla scis-sione parziale del patronato Encal-Inpal in patronato En-cal-Cisal e patronato Inpal. Per questa scissione serviva l’autorizzazione del ministero del Lavoro che prima si era opposto e poi ha cambiato idea dando il via libera nel 2019 alla separazione. Questo comportava concreti benefici economici che dove-vano essere ripartiti tra le due sigle sindacali. E qui è entrato in gioco il ministero: non solo per il nulla osta all’operazione ma anche per la ripartizione che, “burocraticamente, pre-vedeva il rilevante interven-to della Direzione generale, facente capo alla Ferrari”. Sot-to processo per gli stessi fatti, quest’ultima avrebbe privile-giato la Cisal di Cavallaro, il sindacalista calabrese che, co-sì, ha ottenuto “sino al triplo delle somme attribuite rispetto all’altro ente. A dispetto de-gli accordi notarili sottoscritti tra i due enti di Patronato (scissisi), e delle note di ri-parto trasmesse al Ministero (per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018), – sottolinea il gup – le successive liquidazioni, adottate, in prima persona, dalla Ferrari, seguivano una assegnazione totalmente ille-gittima ragion per cui le stesse sono da ritenersi penalmente illecite e diretto precipitato della corruzione”.In sostanza, Concetta Ferrari si è messa “‘a disposizione’ ri-spetto alle richieste del Caval-laro costituendo con lo stesso un ferreo, e permanen-te, sinallagma corruttivo che ha interessato un ragguarde-vole, arco temporale, di cui l’assunzione del figlio della prima, Antonio Rossi, presso l’università telematica ‘Pega-so’, a far data dall’1/4/2019, costituisce senz’altro l’atto più rilevante”. Il tutto grazie all’intervento di Cavallaro su Iervolino: “Gliel’ho chiesto a Danilo, ma non per telefono – ha affermato in un’intercettazione il segretario della Cisal – perché andai a casa a cercarlo, tre anni fa, nel 2019, gli dissi: ‘dà una mano a sto figliolo’. Danilo mi disse: ‘Non voglio sapere manco perché…. Si prese il curricu-lum, lo fece commutare in contratto”. “Tutto ok Rossi, tu ordini e io eseguo”. A parlare con Cavallaro era Mario Rosa-rio Miele condannato a 2 anni e 8 medi di reclusione. Già di-rettore generale del Patronato e presidente del Centro di as-sistenza fiscale della Cisal, Miele fino a pochi mesi fa era un dirigente del-la Salernitana di Iervolino. All’epoca dei fatti fungeva “da cerniera operativa nelle relazioni tra la Ferrari ed il Cavallaro del quale era “fede-le esecutore delle sue volontà”. In altre parole si legge ancora “si adoperava fattivamente per la contrattualistica di An-tonio Rossi con l’Università Telematica Pegaso”. In questo modo il figlio della dirigente del ministero, “per più di un triennio ha percepito un com-penso di prima fascia, qua-le professore straordinario, senza svolgere alcuna attività di docenza”. I magistrati non hanno dubbi: Rossi “è stato pagato per non fare alcunché”. “Basti solo os-servare, – scrive il gup nella sentenza – che il tempo tra-scorso sulla piattaforma e-learning, che per un ateneo te-lematico costituisce lo snodo centrale dell’insegnamento e della ricerca, di poco più di un’ora, ne sigilla, significati-vamente, la totale inesisten-za”. Non sarebbe stato possi-bile senza il consenso dell’ex patron dell’Ateneo: “È del tut-to evidente che lo Iervolino ha messo, consapevolmente, a disposizione del Cavallaro la struttura della Università Te-lematica Pegaso per svolgere una funzione servente per le necessità del secondo”. Ma questo non è bastato per assi-curarsi la benevolenza della dirigente del ministero. L’assunzione alla Pegaso del figlio non è stato l’unico “fa-vore” con il quale Cavallaro avrebbe ringraziato la Ferrari per la scissione del patronato Encal-Inpal. I sospetti della Procura hanno trovato “pie-no riscontro probatorio – scri-ve il gup – nella messaggistica whatsapp”. Cavallaro, infatti, si sarebbe interessato anche dell’altro figlio della dirigente pubblica, Alessandro Ros-si (non indagato, ndr), “in oc-casione dello svolgimento de-gli esami orali per il concorso di commissario della Polizia di Stato”. “Segretario tutti in posizione domani”. “Si, tutti pronti”. Al promemoria del giovane è se-guito uno scambio di messag-gi tra Cavallaro e il vice capo di gabinetto del ministro del Lavoro e delle Politiche Socia-li Fabia D’Andrea, anche lei rinviata a giudizio nello stesso processo. “Ciao, Vostro Ono-re, ti ricordi di me domani, Rossi Alessandro”. “Ti faccio sapere… sono mol-to prudenti ma se ci stava-no problemi mi avrebbero chiamata”. I problemi non ci sono stati e dai piani alti di un ministero parte un altro mes-saggio sul cellulare a Cavalla-ro: “Tutto apposto, fai i com-plimenti, il ragazzo è stato bravo, un po’ si è emozionato ma tutto ok …… non diciamo-lo alla mamma… ce lo feci Commissario che era il più… gliel’ho portato avanti, gli ho dato una mano di aiuto quan-do era ispettore”. Lo stesso fi-glio, inoltre, ha acquistato a un prezzo vantaggioso di 18mila euro un’Audi Q3 (quotata 22mila e 300 eu-ro) di proprietà di una federa-zione collegata al sindacato Cisal. Una cessione diretta che è sta-ta “schermata” attraverso l’interposizione di una concessionaria alla quale Cavallaro, prima che venisse consegnato il suv, ha pagato anche le “spese di manuten-zione straordinaria e del ta-gliando” con i fondi del sinda-cato. Direttamente alla diri-gente Ferrari, infine, il segre-tario sindacale ha regalato un soggiorno in Calabria, a Tropea, assieme al marito e, per Natale, una borsa Luis Vuitton. “Tutte queste utilità costitui-scono il sigillo dell’accordo corruttivo – conclude il gup – Non è possibile nessun’altra lettura alternativa, delle con-tinuative, e pregnan-ti, elargizioni che il Cavallaro, all’interno del rapporto confi-denziale costruito, fa copio-samente confluire verso la Ferrari nell’arco temporale che riguardava, prima, l’emissione della valutazione tecnica positiva del Ministero e, poi, la suddivisione delle ri-sorse tra i due patronati scis-sisi”.