Sembra non giungere effetivamente a conclusione la vicenda che vede implicati i lavoratori delle cooperative sociali che hanno fatto il passaggio di cantiere verso la società Salerno Pulita. Dopo i vari incontri con il prefetto, l’amministrazione comunale e i sindacati, tutto sembrava stabilito e per i dipendenti delle cooperative sociali si era aperto un barlume di speranza: la possibilità di riprendere a lavorare nell’ambito dello spazzamento sotto la società Salerno Pulita. Ieri però l’ennesima brutta notizia: la società in house del Comune di Salerno che si occupa della gestione dei rifiuti in città avrebbe abbassato i costi della Erika Noschese contrattualizzazione. Dunque, i 30 lavoratori delle cooperative di tipo B che potrebbero iniziare a lavorare già dal prossimo 2 novembre, dopo la firma del contratto che potrebbe avvenire entro il 31 ottobre, si ritrovanno a dover lavorare part-time, con circa 26 ore di lavoro settimanali da svolgere. Questo altro non significa che un abbassamento dello stipendio, differente dunque da quanto inizialmente previsto. Una notizia che sembra preoccupare particolarmente i dipendenti delle cooperative nonostante la loro intenzione di procedere con la firma del contratto. Dal canto suo, il segretario provinciale della Fiadel, Angelo Rispoli, sembra intenzionato a far luce sulla vicenda: ha chiesto infatti un incontro con l’amministrazione comunale e con la società Salerno Pulita. «I lavoratori sono intenzionati ad accettare ma c’è qualcosa che non va», ha spiegato Rispoli, secondo cui Salerno Pulita avrebbe riferito che i fondi ottenuti per la pulizia dell’area non sarebbero sod
disfacenti, ragion per cui è necessaerio procedere con un contratto part-time per far rientrare i conti. «Temo che qualcuno stia barando sui e potrebbe essere forse la proprietà, inteso come il Comune di Salerno che magari ha appaltato, quest’anno, l’importo dei lotti, facendoli scendere rispetto agli anni precedenti», ha spiegato ancora il segretario provinciale che ribadisce la sua preoccupazione: «Qualcosa non quadra». Da qui la richiesta di un incontro immediato con i vertici di Palazzo di Città per far luce sulla questione dei costi e l’impossibilità – da parte della società in house del Comune – di garantire gli stipendi a tutti e 30 i dipendenti delle cooperative sociali, a tempo pieno.