Desta preoccupazione la grave situazione finanziaria in cui versa il Comune di Cava De’ Tirreni. A chiedere l’intervento del governo nazionale sono il senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone e i deputati Imma Vietri (FdI) e Pino Bicchielli (Noi Moderati) che, di recente, sono stati dal Prefetto, unitamente ai consiglieri comunali di opposizione, per chiedere un intervento e far luce rispetto a quanto accaduto. Dall’interrogazione presentata dal senatore salernitano, emerge che i gravi ammanchi di denaro dalle casse del Comune campano sarebbero stati causati da numerosi mandati di pagamento – almeno cento – in favore di soggetti terzi e in assenza di titolo giustificativo, per un importo complessivo di circa due milioni di euro, almeno secondo una prima stima. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco, Vincenzo Servalli, che ha presentato un esposto, facendo scattare la sospensione cautelativa del dirigente, Francesco Sorrentino, sospeso anche dal Comune di Capaccio Paestum, dove era in servizio per l’ottenuto trasferimento. «A preoccupare sarebbero non solo gli aspetti penali, sui quali farà chiarezza la magistratura, ma le gravi ripercussioni sui conti dell’ente, già fortemente precari e oggetto di un piano di riequilibrio finanziario pluriennale che rischia di essere travolto dall’inchiesta – hanno scritto il senatore salernitano e i deputati nella loro interrogazione – Tra il 2021 e novembre 2024 Sorrentino, dirigente del settore Finanze di Cava, avrebbe emesso numerosi mandati di pagamento non autorizzati per oltre un milione di euro, con trasferimenti di denaro dal bilancio comunale al Consorzio farmaceutico intercomunale, oggi in crisi economica tanto da ricorrere al sovraindebitamento e al centro di un esposto alla Corte dei Conti». Secondo quanto si apprende da fonti di stampa, “i mandati di pagamento non supererebbero i 30 mila euro, perlopiù attinti da vecchi residui o da fondi vincolanti” finiti sotto esame della Procura di Nocera Inferiore; movimenti contabili che, se confermati non regolari, travolgerebbero anche il bilancio del Comune. «In più occasioni, sarebbe stato denunciato come il Consorzio fosse il “bancomat” personale di Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, oggi indagato per corruzione e agli arresti domiciliari, dopo un periodo di detenzione carceraria – emerge ancora dall’interrogazione – Numerose e gravi sono le ipotesi di reato su cui dovrà indagare la magistratura: bilanci falsati sistematicamente di anno in anno; appropriazione indebita di somme ingenti; manipolazione sistematica dei concorsi pubblici in un gioco di porte girevoli tra enti locali consorziati, Consorzio farmaceutico, unità operative sul territorio; sospetto commercio parallelo di farmaci, canali di approvvigionamento poco chiari; sfruttamento dei lavoratori, con oltre 130 contenziosi in corso; utilizzo spregiudicato dei contratti a tempo determinato». Ad oggi, il buco nel bilancio del Consorzio ammonterebbe a circa 12 milioni di euro, a cui si sommano il quasi mezzo milione di euro che uno solo dei dirigenti indagati sarebbe riuscito ad ottenere attraverso artifici e trucchi contabili e il carico finanziario determinato dalle assunzioni di parenti e amici. «Una serie di indagini con diversi filoni di inchiesta che sembrerebbero delineare un vero e proprio sistema clientelare e ambiguo, giocato nelle pieghe di burocrazia, politica e sottoboschi vari, che lega numerosi comuni cilentani e salernitani, in generale, e rischia di costare caro alla collettività anche in termini di ritorno per il tessuto economico e sociale – hanno poi aggiunto – Accertata la veridicità e gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali immediate iniziative di competenza, anche di carattere ispettivo, il Ministro in indirizzo intenda assumere per fare piena chiarezza sulla vicenda ed accertare la sussistenza di eventuali responsabilità».





