di Andrea Pellegrino
Esplode il caso delle consegne a domicilio. Non solo di cibo ma anche delle altre attività commerciali. Il caso è tutto campano dove il governatore De Luca, fin dall’inizio ha bloccato la vendita. Ad eccezione però di corrieri e di alcune attività, compresa quella industriale di una nota pasticceria della Costiera Amalfitana. «Perché Amazon e gli altri corrieri si?», si interroga Dante Santoro, consigliere comunale e provinciale. «Lo si faccia anche per l’asporto di pizze, dolci e cibo. Il delivery con pagamento anticipato evita contatti, si dia quest’opportunità anche per il food». Confcommercio alza il tiro, con una petizione online che conta già 300 ristoratori e tra questi anche pizzaioli e ristoratori anche dalla provincia di Salerno. Tra queste: il Giardino degli Dei di Salerno; Pizzeria i due Gioielli – Salerno; Pizzeria al Campetto – Salerno; Locanda Tancredi – Salerno; Lu.Ce Sas – Salerno; Osteria Mediterranea Sesta Stazione – Vietri sul Mare; Ristorante Vasilico – Salerno; Ristorante Putea – Cava de’ Tirreni; Fratelli Pidone – Cava de’ Tirreni; At Home Esclusive Club – Cava de’ Tirreni; Pizzeria Masaniello – Scafati; Pizzeria Mon Amour – Pontecagnano Faiano; Super pizza – Pontecagnano Faiano; Ristorante Famiglia Principe 1968 – Nocera Superiore; Pizzeria Bella Napoli – Nocera Superiore; I Sognatori Village – Nocera Superiore; Pasticceria D’Amico – Nocera Superiore; Pasticceria Siano – Nocera Superiore; Forneria Demetra – Nocera Superiore; Pizzeria Acqua e Farina – Nocera Superiore; Old café – Nocera Superiore; Drunk Sheep Pub– Roccapiemonte; Franco’s Pizza – Battipaglia; Caffetteria Torretta – San Marco Di Castellabate; Ristorante Kappa – San Marco di Castellabate; Hamburgerie srl – Baronissi; Pizzeria I Love Pizza – Baronissi e Strapizzami – Sala Consilina. «Io voglio riaprire perché sento la responsabilità ed il peso delle famiglie dei miei collaboratori che aspettano un sostegno nonostante abbia uno staff giovane – afferma invece Andrea Pidone, titolare, insieme al fratello Francesco, della pizzeria Fratelli Pidone, sita al centro di Cava de’Tirreni – Voglio onorare i miei impegni con fornitori e contratti senza chiedere aiuti a nessuno». «Posso svolgere il mio servizio in sicurezza adottando tutte le precauzioni necessarie – continua – Voglio poter scegliere la consegna a domicilio, come nel resto d’Italia». E’ dunque la richiesta di poter attivare la modalità dell’asporto a rappresentare la chiave per una possibile, seppur timida ripartenza del settore. «Penso che non ci sia tanta differenza tra il portare una spesa a domicilio o una pizza. Perché noi pizzerie non possiamo farlo? – continua – C’è disparità tra i ristoratori campani e quelli del resto d’Italia. E non mi sembra giusto. Voglio tornare a lavorare come ho sempre lavorato in vita mia». Appello al governatore De Luca anche dal ristoratore vietrese Matteo Cardamone, titolare della “Sesta Stazione”: «In questi 36 giorni di “quarantena”, abbiamo avuto modo di capire quanto grave possa essere la epidemia con la quale quotidianamente ci confrontiamo, le ansie e le paure che dobbiamo affrontare quotidianamente e le morti causate da tale evento. Non è da escludere però l’altro lato dell’epidemia, cioè quello economico che piccole imprese di ristorazione, quali le nostre che vivono con liquidità quotidiane, stanno affrontando», spiega Matteo Cardamone. «Premesso che seguiamo già specifiche normative Haccp da anni e che, negli ultimi anni si sono enormemente evolute ed accelerate in virtù di specifiche delibere normative tecniche e sanitarie, ritengo che, considerato il nostro lavoro di sanificazione quotidiana sia prima il servizio che dopo, le costanti visite mediche al nostro personale, le norme igienico sanitarie già apportate negli ambienti nei quali lavoriamo con sistemi di aspirazione e impianti elettronici igienizzanti, nonché i tamponi effettuati periodicamente dal nostro consulente in materia Haccp, rivolgo – prosegue – il mio appello al governatore De Luca affinché possa prendere in considerazione separata la attività del nostro settore. La nostra categoria ritengo sia a se stante e non paragonabile ad altri settori per motivi economici diversi e non paragonabili. Noi piccoli ristoratori viviamo di quotidianità anche se abbiamo una tassazione uguale alle grosse imprese pertanto, poiché c’è una oggettiva disparità che certo noi non risolveremo in questa sede, ci sia accordata la possibilità di riapertura immediata con la possibilità delle consegne domiciliari di cibo, preparato, abbattuto, confezionato e consegnato con i necessari Dpi nonché la sanificazione preventiva dei contenitori per l’asporto».å