“Dalla pandemia mondiale, possiamo imparare qualcosa, così come è accaduto negli anni ’80 dall’epidemia dell’Aids”. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani e membro del Comitato tecnico scientifico, riassume così il suo pensiero contenuto nel suo ultimo libro “Cosa sarà. Come cambierà la nostra vita dopo la grande pandemia. La sanità, il lavoro, la scuola, la politica” . Ippolito originario di Sant’Arsenio è uno dei più autorevoli protagonisti della lotta al coronavirus. Il volume scritto insieme a Salvatore Curiale, Science Communicator dell’istituto “Spallanzani” di Roma, parla dei cambiamenti legati alla nostra vita dopo la grande pandemia. “Le epidemie accompagnano l’uomo fin dalla sua comparsa sulla Terra, hanno cambiato il corso della storia e contribuito al tramonto di imperi e civiltà. La pandemia del 2020 non è dunque un “cigno nero”, ma l’ennesimo capitolo di una storia che va letta e compresa a fondo”- scrivono Ippolito e Curiale che hanno vissuto in trincea allo Spallanzani dove furono ricoverati i primi casi di contagio in Italia. Sono tante le similitudini tra la pandemia di quest’anno e le altre grandi epidemie della storia: le quarantene, le difficoltà economiche, lo stigma sociale, le immancabili fake news. Il professor Giuseppe Ippolito è nato e cresciuto nella piccola cittadina del Vallo di Diano e periodicamente torna a Sant’Arsenio per ritrovare amici e parenti. Nel volume vengono analizzate le similitudini con un’altra epidemia, l’Aids. “Negli anni ’80 , lo studio di questa malattia infettiva, favorì la creazione di un nuovo e più efficiente modello di sanità, così il Covid-19 ci dà la possibilità, che non va sprecata, di avvicinare la sanità pubblica agli effettivi bisogni dei cittadini”. Un modello per evitare episodi di mala sanità e potenziare quella esistente in sintesi. “Il tempo sospeso- prosegue Ippolito- che abbiamo vissuto durante la quarantena ci ha dato l’opportunità di immaginare strade nuove e diverse da percorrere in un “dopo” che si annuncia difficile”. Gli autori espongono anche un nuovo modello della società che si sta delineando, a partire da un rapporto rivisto tra scienza e politica che metta al bando una volta per tutte teorie complottiste e fake news. Poi ci sono i vantaggi della digitalizzazione e dello smart working, oltre al contestuale rischio che essi favoriscano la nascita di nuove divisioni di classe. Nel libro si sottolinea anche la direzione che vogliamo dare alla scuola per restituire ad essa la sua funzione di ascensore sociale. Senza dimenticare la politica, il governo di una “polis” che ha ormai i confini dell’intero pianeta; i grandi problemi dell’umanità devono essere affrontati con un approccio ed una leadership globale, ma il cambiamento può e deve venire anche dal basso, dalla consapevolezza che siamo tutti sulla stessa barca e che nessuno può salvarsi da solo”.
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