Torna sulle tavole del palcoscenico di casa il baritono, gemma del magistero di canto del nostro conservatorio inaugurando domani sera la trilogia mozartiana con “Le Nozze di Figaro”
Di Luca Gaeta
Al via la trilogia domani sera al Teatro Verdi di Salerno la tre giorni dedicata ad uno dei binomi più empatici dell’opera Wolfgang Amadeus Mozart e Lorenzo Da Ponte, con “Le nozze di Figaro”, la “Folle journée”simbolo dell’avventura umana , realisticamente raccolta in ventiquattro ore eccezionali. Fra gli interpreti il baritono Clemente Antonio Daliotti, il Conte d’Almaviva, che ci racconta la genesi di questo lavoro ed il suo percorso artistico.
Andrà in scena a Salerno, la Trilogia Mozart / Da Ponte: Le Nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte. Qual è la genesi di questo lavoro, che vede i tre titoli così ravvicinati e quale il suo percorso.
“Questa produzione ha una storia davvero lunga. È andata in scena già in diversi teatri fra cui: l’Opera Nazionale di Bordeaux, il Gran Teatre del Liceu di Barcellona, lo Château de Versailles e prima di giungere a Salerno, di recente, è stata rappresentata al Teatro Alighieri di Ravenna. L’idea del regista è stata quella di individuare una sorta di filo conduttore fra i tre protagonisti della trilogia Mozart / Da Ponte ed il personaggio da cui quest’idea si sviluppa è appunto Don Giovanni. La successione delle opere, nella loro rappresentazione, non è casuale: Le Nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte. Nella prima il personaggio che incarna ante litteram la figura del Don Giovanni è Cherubino, mentre nell’ultima Don Alfonso.
Ci parli del tuo percorso artistico, a quali produzioni ti senti particolarmente legato e a quali lavori ha preso parte di recente.
La produzione che andrà in scena al Teatro Verdi, de’ “Le Nozze di Figaro”, rappresenta per me una sorta di cerchio che si chiude. Ho studiato presso il Conservatorio di Salerno e quindi poter cantare nel Teatro che mi ha visto muovere i primi passi rappresenta una soddisfazione dal punto di vista affettivo e professionale. Il mio repertorio spazia dalla musica del ‘700, Rossini in prevalenza, ma anche tanta musica contemporanea. Infatti di recente ho interpretato il personaggio di Geppetto dall’opera Pinocchio del compositore Aldo Tarabella e quello di San Francesco, una sacra rappresentazione, dal titolo “Transitus”, del compositore Christian Carrara allestita presso la Basilica di San Vitale di Ravenna. Oltre alla musica contemporanea il teatro di Rossini e Mozart costituiscono la gran parte del mio repertorio.
A Salerno sarà il Conte d’Almaviva ne’ Le Nozze di Figaro. Ci illustri il suo personaggio e il percorso che ti ha ispirato e guidato per la sua messinscena.
Solitamente i personaggi che ho interpretato, nei diversi titoli del mio repertorio, erano per lo più dal carattere buffo, quindi, il primo lavoro che ho intrapreso per dar vita al Conte è stato proprio quello di pensare ad un personaggio “serio” con una sua compostezza, un proprio modo di interagire con gli altri personaggi. L’aria “Vedrò mentr’io sospiro” credo sia stata una delle prime che ho studiato come anche il ruolo, quindi c’è stato tempo di maturarlo dal punto di vista musicale. Quando abbiamo cominciato a lavorare con il regista Ivan Alexandre, la prima idea che lui ha fornito è stata quella di immaginare questo personaggio come in preda alla costante preoccupazione di essere tradito dalla moglie o imbrogliato dalle persone che gli sono vicino. In effetti, le situazioni che si verificano in scena sono tali. Una preoccupazione che cerca sempre di mascherare per non tradire la sua natura nobiliare agli occhi dei suoi vassalli, ma che, nell’intera giornata delle nozze, lo pervade per intero.
Quali saranno i tuoi prossimi impegni lavorativi?
Volevo approfittare di quest’intervista per ringraziare il Maestro Francesco Ruocco e il Maestro Antonio Marzullo che mi diede, diversi anni fa, in occasione di una Manon Lescaut, la possibilità di debuttare in una piccola parte proprio al Teatro Verdi di Salerno. È stata un’occasione particolare che ha accresciuto in me la voglia e il desiderio di intraprendere questo percorso. In questi giorni sono a Trieste per le prove di La Bohème che debutterà a dicembre presso il Teatro Verdi, dove interpreterò il personaggio di Schaunard, con la regia di Carlo Antonio De Lucia e la direzione di Christopher Franklin. L’anno prossimo ritornerò al Festival di Ravenna, sempre con Schaunard, quindi nuovamente con La Bohème, con la regia di Cristina Mazzavillani Muti.