Claudio Pisapia: “Restano le responsabilità a carico dell’imprenditore in caso di malattia” - Le Cronache
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Claudio Pisapia: “Restano le responsabilità a carico dell’imprenditore in caso di malattia”

Claudio Pisapia: “Restano le responsabilità a carico dell’imprenditore in caso di malattia”

Stato-Regione, il caos potrebbe crearsi già questa mattina, anzi c’è già. Chi si attenderà di poter sorseggiare il caffè al banco del bar, anche se a debita distanza e con tutte le accortezze dettate dal dpcm, in Campania non sarà ancora possibile. Non da oggi e nemmeno per i prossimi giorni, con il presidente De Luca che, in diretta Rai, ha ribadito il disaccordo con il Governo, mantenendo le linee originarie di contenimento dei contagi. Ma soprattutto, preoccupa, quelli che potranno essere le responsabilità dirette d’imprenditori, ma anche commercianti, in questa lunga emergenza covid-19.  «C’è da tenere presente due punti fondamentali. – afferma il segretario Nazionale Federcomtur, Claudio Pisapia, insieme con il presidente Beniamino Brancaccio – Il primo riguarda un tipo di responsabilità che riguarda l’imprenditore che è quello di mettere in ordine, sia le misure anti-covid relative al dpcm “Cura Italia” di marzo. Qui l’imprenditore è chiamato adeguare il documento di valutazione rischi. In buona sostanza deve adeguarsi ai protocolli stabiliti sia dal Cura Italia cui si aggiungono quelli del 24 aprile scorso. Quest’ultimo, consente le famose aperture del 4 maggio e anche quello di oggi. In buona sostanza, si tratta dell’adeguamento relativo ai dpi. Attenzione, si tratta di tutti adeguamenti cui l’imprenditore è chiamato a rispondere direttamente. Che sarebbe poi recuperato come credito d’imposta in un periodo il cui fatturato era a zero sarebbe, tra l’altro, risibile. In pratica il nulla. A questo si aggiunge che tutte le misure di sostegno previste dal famoso Cura Italia non sono mai arrivati». A questo poi, c’è il problema riguardante ai dipendenti. «Come associazione abbiamo chiesto che fosse variata la circolare Inail, che equiparava il contagio da covid ad un vero e proprio infortunio sul lavoro. – riprende il segretario Pisapia – Anche volendo agire in autotutela, sobbarcandosi i costi per le analisi preventive sia sierologiche sia di tampone, all’imprenditore non è possibile cautelarsi grazie al caos che ora regna. Se a tutt’oggi, mentre la Regione Campania non ha ancora autorizzato i laboratori privati e non c’è certezza sui cosiddetti tamponi, come si vuole che un imprenditore possa aprire a cuor leggero una propria azienda, con i rischi, ed anche i costi, che sono esponenzialmente aumentati?» Una richiesta di emendamenti che fu richiesta alla presidenza del consiglio e alle Regioni, con la sola Sicilia che ha dato risposte in merito. Nel dettaglio si trattava di Assimea Asociazione Pmi, presidente Ernesto De Rosa; Unaco unione nazionale costruzioni con presidente Angelo Grimaldi; Fisapi Federazione Italiana  Autonoma Studi Professioni Intellettuali e appunto Federcomtur con presidente provinciale Beniamino Brancaccio. «Completamente dimenticato il settore Turismo e le misure proposte sono confuse sbagliate e inadeguate. –chiosa Pisapia – Si parla di 4 miliardi ma 2.4 sono dati come bonus alle famiglie e non alle imprese turistiche che affronteranno la peggiore stagione della storia. Per passare poi, all’agricoltura, la misura più rilevante è solo il decreto di emersione del lavoro e basta. Per il Commercio e la Ristorazione poi, abbandonati senza regole certe e con le Regioni che vanno ognuna per la propria strada».