Ciccone: Spiegare importanza del voto - Le Cronache Attualità
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Ciccone: Spiegare importanza del voto

Ciccone: Spiegare importanza del voto

Ultimissime ore di campagna elettorale per l’avvocato Lello Ciccone, candidato al consiglio regionale della Campania con Forza Italia. Questa sera al Sea Garden la grande chiusura con Tullio Ferrante, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i Trasporti; On. Fulvio Martusciello, Deputato al Parlamento Europeo, Capo Delegazione di Forza Italia – Gruppo PPE e Segretario Regionale di Forza Italia in Campania; On. Pino Bicchielli, Presidente della Commissione d’Inchiesta sul rischio; idrogeologico, sismico ed eventi di ricostruzione a seguito di calamità naturali; On. Nicola Caputo, già Assessore all’Agricoltura della Regione Campania. Per l’occasione sarà presente anche il vice ministro degli Affari Esteri Edmondo Cirielli, candidato alla carica di Presidente della Regione Campania.

Avvocato Ciccone, torna a candidarsi: qual è la spinta che oggi la muove?

«La stessa che ho sempre avuto: il senso del dovere. Non mi sono mai sentito un politico “di professione”, né ho mai vissuto di politica. Ho il mio lavoro, la mia autonomia, la mia vita fatta di responsabilità concrete. Ma proprio per questo, quando vedo che la distanza tra le istituzioni e le persone cresce, sento il bisogno di entrare in campo.

Non inseguo convenienze: se dovessi valutare in termini economici, probabilmente ci avrei rimesso. Ma ci sono cose che si fanno perché parlano alla parte più profonda di noi. Ed è lì che nasce la mia scelta».

Che tipo di persona si definirebbe?

«Uno che non ha mai amato i salotti chiusi o le logiche di appartenenza. Non ho mai coltivato cerchie ristrette o amicizie “utili”. Io sto bene tra le persone comuni, nei luoghi dove si vive davvero: ai mercati, nelle piazze, davanti alle serrande dei negozi. La verità è che mi ha sempre interessato capire come stanno gli altri. E questo, oggi, è un vantaggio enorme».

In che senso?

«Nel senso che riesco a vedere la realtà non dall’alto di un palazzo, ma da dentro ai problemi che vivono ogni giorno i cittadini. Io non “simulo” vicinanza per un mese ogni cinque anni: la pratico da sempre, perché è la mia natura. So cosa significa fare file infinite per una visita medica, affrontare i trasporti che non funzionano, vedere un territorio bellissimo ma spesso abbandonato».

E cosa le suggerisce oggi questa vicinanza alla realtà?

«Che prima ancora di convincere qualcuno a votare per me, bisogna convincerlo ad andare a votare. Lo dico chiaramente: rischiamo un’astensione enorme. La gente è stanca, diffidente, disillusa. E ha ragione. Il mio primo compito è dare almeno un motivo valido per tornare alle urne. Non lo si fa con frasi fatte, ma con proposte serie».

Quali motivi dovrebbe avere oggi un cittadino per non restare a casa?

«Innanzitutto, deve sentire che chi parla lo fa con sincerità. Io stesso, da cittadino, non vorrei ascoltare slogan triti, promesse irrealizzabili, proclami vuoti. La gente ha già dato abbastanza credito a parole che poi non si sono trasformate in fatti. Servono verità e coraggio: la sanità vive problemi enormi, i trasporti sono in affanno, le famiglie sono schiacciate, i giovani se ne vanno. Non dobbiamo nascondere le difficoltà: dobbiamo affrontarle».

Partiamo dalla sanità. cosa non va?

«Non va che un anziano debba aspettare mesi per una visita. Non va che le analisi rimborsate terminino dopo pochi giorni perché finisce il budget. Non va che i pronto soccorso siano al collasso. Il problema non è solo di risorse, ma di organizzazione, di meritocrazia, di responsabilità. Se in sanità non si mette al centro la qualità delle persone — medici, infermieri, operatori — dove lo facciamo?».

Parla spesso di meritocrazia. Perchè?

«Perché è l’unico motore del cambiamento. Se continuiamo a scegliere dirigenti e responsabili solo sulla base dell’appartenenza, non avremo mai servizi efficienti. Lo dico per esperienza: quando fui assessore al Contenzioso al Comune di Salerno, la prima cosa che feci fu affidare incarichi a giovani professionisti preparati. Il risultato? Un miglioramento reale. Il compito della politica non è occupare posti, ma far emergere i migliori».

Oltre alla sanità e ai trasporti, la regione ha ruoli chiave in campi come lavoro e formazione.

«Esatto. E dobbiamo essere consapevoli che il mondo è cambiato. Se non investiamo sulle competenze, sulle nuove tecnologie, sulla formazione continua, rischiamo di restare indietro. La Campania ha un enorme potenziale umano, ma deve essere messa nelle condizioni di esprimerlo. Altrimenti continueremo ad assistere alla fuga dei nostri giovani migliori».

Perchè dice che molti politici vivono “fuori dal mondo reale”?

«Perché spesso parlano la lingua dei palazzi, non quella delle persone. Perché discutono tra loro mentre la vita dei cittadini scorre tra difficoltà quotidiane. Perché troppo spesso si concentrano sui privilegi, non sulle soluzioni. Io non appartengo a quella categoria: vivo e lavoro come tutti, ascolto le stesse lamentele, affronto gli stessi problemi».

Dunque, non si nasconde che la sua candidatura contiene anche una componente di ambizione.

«Sarebbe poco credibile negarlo. Sì, c’è ambizione. Ma non è un’ambizione personale: è l’ambizione di migliorare la terra in cui vivo io, la mia famiglia, i miei amici. Voglio poter dire di aver contribuito a risolvere anche una piccola parte dei problemi di questa Regione. Non sono un manichino da manifesto. Non ho costruito carriere nelle segreterie. Sono un cittadino che si mette alla prova, che si mette in discussione».

Cosa la guida in questo percorso?

«La gratitudine, la speranza, la fiducia nelle persone di buona volontà. Sono cresciuto così. E credo che la politica debba tornare a essere questo: un gesto di servizio, un atto di fiducia nel futuro».

Cosa spera?

«Spero che i cittadini mi valutino per ciò che sono, per ciò che faccio, non per ciò che dico. Spero di essere messo alla prova. E spero di poter restituire un sorriso a questa terra, perché un sorriso — quello vero — non è superficialità: è la forma più autentica della fiducia».