Dopo aver affrontato i temi della sanità e dei giovani, il percorso di approfondimento di Lello Ciccone continua con due pilastri fondamentali della sua visione di Campania: la tutela dell’ambiente e la valorizzazione dello sport. Due ambiti diversi, ma uniti da una stessa idea — quella di una Regione che cresce nel rispetto delle persone e del territorio. Avvocato Ciccone, partiamo dall’ambiente. Perché ritiene che sia una leva strategica per lo sviluppo della Campania? «Perché l’ambiente non è un vincolo, ma una risorsa. La Campania è una terra straordinaria, con un patrimonio naturale e paesaggistico che il mondo ci invidia. Ma non basta proteggerlo: bisogna renderlo motore di crescita, di innovazione e di identità. La transizione ecologica rappresenta un’occasione storica per creare nuovi posti di lavoro, i cosiddetti green jobs, e per promuovere un’economia più sostenibile. Penso alla gestione intelligente dei rifiuti, alla riqualificazione energetica degli edifici, alle energie rinnovabili e alla rigenerazione urbana: settori che possono trasformare radicalmente la nostra economia se affrontati con competenza e visione. Tutelare l’ambiente significa anche prevenire i rischi. Parlo del dissesto idrogeologico, degli incendi boschivi, dell’abbandono delle aree interne. Ogni volta che un territorio si spopola, la natura diventa più fragile. Per questo serve pianificazione, rispetto delle regole e una politica che torni a guardare lontano». Quindi un’idea di sostenibilità che non è solo ambientale, ma anche sociale ed economica. «Esatto. La sostenibilità non può essere una parola di moda o un tema da convegno. Deve diventare una scelta concreta, quotidiana, capace di generare benessere reale. Ogni intervento ambientale deve creare valore per le comunità locali. Riqualificare un parco, ripiantare alberi, recuperare un’area abbandonata: non sono solo azioni ecologiche, ma sociali. Significa restituire alle persone spazi di incontro, salute, condivisione. Ecco perché parlo di una sostenibilità integrata: quella che tiene insieme ambiente, economia e qualità della vita. Solo così la Campania può diventare un modello, e non restare indietro rispetto alle sfide europee». E in questo equilibrio tra salute e benessere entra anche lo sport. «Sì, perché lo sport è parte di questa visione. Non è solo competizione o spettacolo, ma educazione, salute e inclusione sociale. Rappresenta uno dei linguaggi più universali che esistano, e in Campania può diventare una vera infrastruttura educativa. Bisogna partire dagli impianti: ristrutturare quelli esistenti, crearne di nuovi, garantire l’accesso a tutti. Non possiamo avere palestre chiuse o campetti abbandonati, mentre i ragazzi non sanno dove andare. Ma serve anche investire sulla formazione tecnica e professionale, perché lo sport può offrire sbocchi lavorativi concreti — dai preparatori ai gestori di impianti, dagli educatori sportivi ai fisioterapisti. In una Regione giovane come la nostra, è una risorsa che non possiamo permetterci di sprecare». In che modo lo sport può diventare motore di sviluppo per la Regione? «Lo sport crea comunità, ma anche economia. Ogni evento sportivo genera movimento, turismo, indotto. Penso ai poli sportivi territoriali, alle collaborazioni con le università, alle iniziative che uniscono aree urbane e interne. In un contesto come il nostro, dove molti ragazzi faticano a trovare punti di riferimento, lo sport può diventare una risposta concreta contro il disagio sociale, la dispersione scolastica e l’isolamento. Significa promuovere salute e prevenzione, ma anche appartenenza e partecipazione. Sostenere lo sport, insomma, significa investire su cittadini più sani, più motivati, più consapevoli. E questo è il primo passo verso una società migliore». In sintesi, ambiente e sport come due facce della stessa idea di Campania. «Esatto: una Regione che difende la propria bellezza e la trasforma in opportunità. Una Campania che respira, che si muove, che cresce nel rispetto delle persone e dei luoghi. Dove salute, sostenibilità e qualità della vita non sono slogan, ma obiettivi concreti. Per riuscirci servono impegno, costanza e una visione condivisa. Io ci credo, perché credo nelle persone e nel loro desiderio di migliorare. Ed è da qui che voglio partire, con il sorriso e la forza di un impegno concreto».





