di Brigida Vicinanza
“Vorremmo condivisione e collaborazione verso una delocalizzazione veloce e non più polemiche fine a se stesse”. Ha commentato così Angelo Clemente, rappresentante delle Rsu sindacali e degli operati, “l’attacco” velato di Lorenzo Forte al vescovo Moretti. Gli operai ora hanno solo un obiettivo, ovvero la delocalizzaizone e vorrebbero essere accompagnati in questo, proprio per non rischiare più di rimanere senza posto di lavoro. I Pisano hanno tanti siti per spostare lo stabilimento su carta, a partire da Avellino, fino a Battipaglia, passando per Eboli, Buccino e anche Pontecagnano. Uno stabilimento a bassissimo livello di inquinamento e un progetto che è stato consegnato nelle mani anche del Wwf e di Legambiente, per passare l’esame finale. Insomma la delocalizzazione potrebbe essere a un passo, ma non senza cerca di mantenere quelle poche commesse rimaste, che a fatica ora fanno lavorare i dipendenti all’interno dell’opificio di Fratte. Si cerca di salvare il “salvabile” ma tutto in vista di un progetto futuro. La messa che sarà celebrata da monsignor Moretti proprio all’interno dello stabilimento di Fratte, sarà aperta a tutti i cittadini e a chiunque creda fortemente alla partecipazione di un rito religioso. Ma per Angelo Clemente celebrare la messa all’interno dello stabilimento di Fratte è come un ringraziamento, un segno di speranza per poter avviare presto le procedure per la delocalizzazione e soprattutto la fonderia rappresenta il simbolo di quello che è il pane da portare alle famiglie. “Non ci sono strumentalizzazione e nemmeno politicizzazione – ha sottolineato Clemente – è stata un’idea di alcune mogli ed è aperta a tutti, anche ai comitati. Ma farla all’interno del nostro luogo di lavoro rappresenta per noi un momento di preghiera come simbolo di speranza per un futuro migliore di questo e soprattutto come ringraziamento a chi in questo periodo ci è vicino e ci è stato vicino”. Poi il rappresentante degli operai ha concluso: “All’interno dello stabilimento di Fratte sarà sentita diversamente soprattutto da noi lavoratori, e non vedo perchè non avremmo dovuto invitare il Vescovo o farla altrove. Chi si sente di partecipare, compresi i Comitati sono i benvenuti. Anzi noi cerchiamo proprio un punto di condivisione e una mano forte per questa delocalizzazione, insieme a loro magari invece di 24 mesi potremmo mettercene di meno”.