Un intero paese si è stretto ieri attorno alla famiglia di Salvatore Caso, il 75enne travolto e ucciso domenica lungo la Statale Amalfitana 163, a pochi passi dal borgo che aveva sempre chiamato casa. Una tragedia che ha scosso profondamente la comunità cetarese, già provata, e che ha gettato un’ombra di dolore sulla festa patronale di San Pietro, celebrata quest’anno in forma ridotta e con il cuore appesantito.
La cerimonia funebre si è svolta nel pomeriggio, nella chiesa madre di San Pietro. La bara, portata a spalla dai nipoti, ha attraversato in silenzio il centro del paese, accompagnata da una folla commossa e incredula. Le parole di Don Andrea, nell’omelia, hanno ricordato non solo la figura di Salvatore, ma anche altre due vittime della strada a Cetara: Ciccio Pappalardo e Luigi Vitale, scomparso lo scorso anno in circostanze analoghe.
Presenti centinaia di cittadini, volti rigati dalle lacrime. In prima fila anche il sindaco Fortunato Della Monica, visibilmente provato e accompagnato dalla moglie. Da domenica, il primo cittadino si era ritirato nella casa di famiglia a San Prisco, nel Casertano, scegliendo il silenzio e la riservatezza. Le attività amministrative del Comune, intanto, sono state temporaneamente gestite dal vicesindaco Francesco Pappalardo, che ha presieduto la giunta e curato gli atti ordinari.
Ad accrescere il dolore della comunità, il fatto che alla guida del SUV che ha investito Salvatore Caso ci fosse la figlia del sindaco, alla guida di un veicolo intestato proprio al primo cittadino. Un elemento che rende la tragedia ancora più delicata e dolorosa. Sul caso è stata aperta un’inchiesta per omicidio stradale, e la Procura ha avviato le indagini per ricostruire con esattezza quanto accaduto.





