di Andrea Pellegrino
I comunicati stampa si sono sprecati nella giornata di ieri. Ma, alla fine, alla sostanza non si è arrivati. La mozione di sfiducia al sindaco Marco Galdi ancora non c’è, così come non c’è la data del Consiglio comunale. Alla fine c’è chi scommette che la mozione non arriverà mai e Marco Galdi porterà a termine il suo mandato secondo la sua strategia. Anche perché – ad oggi – i numeri per presentare il documento di sfiducia non ci sarebbero. Il Pd (ieri tirato in ballo su queste colonne) parla di «grande fibrillazione» e s’impegna a chiedere la convocazione di una seduta consiliare, dove «le forze politiche potranno chiarire le proprie posizioni e formalizzare la crisi di maggioranza». Il coordinatore cittadino del Pd Giuseppe Aliotti ribadisce il «no a soluzioni tecniche o governi di salute pubblica». Insomma, sembrerebbe un no secco a Galdi. Eppure c’è chi l’accordo lo sta corteggiando, coltivando e realizzando. D’altronde Marco Galdi nulla ha smentito, almeno fino ad ora, rispetto all’intesa con il Pd, supportato dall’Ncd. Qui tra gli alfaniani c’è chi dice no. Ed è Massimiliano Di Matteo che per chiarire la posizione ha convocato perfino una conferenza stampa. Ma sono tutti d’accordo con lui? Alla fine il nome di Emanuele Esposito come possibile assessore nel caso di un nuovo governo da qualcuno deve essere stato pur fatto. E non si esclude che Monetta, l’altro consigliere in quota Ncd qualche pensierino di ritorno a casa (in maggioranza) l’abbia fatto rispetto, invece, alla posizione più intransigente di Massimiliano Di Matteo. Il Partito democratico, comunque vada, dovrà attendere domenica quando ci saranno le primarie per la scelta del candidato sindaco. E tutto dipenderà da chi sarà nominato. Intanto Forza Italia continua a restare aggrappata in Giunta, mantenendo i suoi assessori mentre lavora ad un’altra candidatura a sindaco che vada, dunque, oltre Marco Galdi. C’è chi come Enrico Polacco, capogruppo di Forza Italia chiede e lavora per l’unità del centrodestra. «Oggi più che mai – dice Polacco – il percorso è lungo e faticoso. Ma non bisogna mai mollare, con tenacia occorre puntare all’unità dell’intero centrodestra. Ma per far ciò occorre responsabilità e che le persone si parlino e confrontino e con maturità trovino la soluzione. Anche perché il centrodestra se unito vince, in caso contrario consegna la città al centrosinistra, così come è avvenuto già in passato. Fino alla fine, dunque – conclude Polacco – io continuerò a perseguire questo obiettivo. Poi alla fine si vedrà». Infine i Fratelli d’Italia, ed in particolare Germano Baldi che chiarisce la sua posizione: «Galdi deve essere mandato a casa». «Non equivochiamo – dice Baldi – non confondiamo i cittadini. Il mio intervento (la richiesta di azzeramento della giunta, ndr) ha voluto solo smascherare il gioco delle tre carte del sindaco Marco Galdi, il quale, mentre chiama alla responsabilità i consiglieri comunali a lavorare per la città al di fuori dei partiti, maestro dell’incoerenza politica, vuole continuare ad amministrare con una giunta dei partiti. Coerenza e dignità politica, non godendo più della maggioranza che lo ha portato a governare, consiglierebbero le dimissioni immediate, senza se e senza ma. Pur di restare attaccato alla poltrona, alimenta lo spauracchio della perdita dei finanziamenti regionali -che esistono solo sulla carta, a beneficio eventuale della futura amministrazione – che lui vuole usare per continuare a prendere in giro i cavesi, promettendo interventi di riqualificazione delle frazioni, cosa che poteva fare ma non ha fatto in questi cinque anni. Deve essere mandato a casa, per evitare che faccia altri guai». Ma al di là delle posizioni, l’unico dato certo è che allo stato non ci sono i numeri per presentare una mozione di sfiducia al sindaco Galdi.