di Andrea Pellegrino
Dieci firme ci sono già ed ora s’attende solo che gli altri «escano allo scoperto». Alla fine Fdi, insieme a Mazzeo, Gravagnuolo e Bove avrebbe messo spalle al muro i colleghi di Consiglio comunale che dovranno decidere nelle prossime ore se sfiduciare o meno il sindaco Galdi e mandare l’amministrazione comunale a casa. Secondo i calcoli, mancherebbero due firme per convocare l’assise cittadina per la discussione della mozione, poi in aula però i numeri dovranno aumentare, soprattutto nel caso di «assenze strategiche» già annunciate dall’una parte e dall’altra. Il documento oggi raccoglierà le firme dei sette consiglieri comunali di Fratelli d’Italia. L’atto è già nelle mani del coordinatore cittadino Fabio Siani, dopo essere stato già stato sottoscritto da Gravagnuolo, Bove e Mazzeo. Poi sarà la volta di Forza Italia che s’incontrerà, probabilmente, martedì, dopo un summit che dovrebbe tenersi oggi tra Galdi ed il commissario cittadino Gigi Casciello. Ma all’ordine del giorno della riunione azzurra ci sarà soprattutto l’annunciato ritorno del sindaco e dei suoi responsabili tra le fila berlusconiane. Un ritorno che sarebbe stato concordato a Napoli, attraverso Giovanni Baldi, il consigliere regionale cavese in cerca di una casa sicura per la riproposta alle Regionali. Tant’è che del caso Cava sarebbe stato investito lo stesso governatore Caldoro, pronto anche ad ospitare Baldi nella lista del presidente. Il Pd oggi scioglierà la sua riserva, o almeno così pare. In programma c’è una conferenza stampa di Vincenzo Servalli, uscito vincitore dalle primarie di una settimana fa, che oltre a definire il suo percorso politico dovrà certamente esprimersi sulla richiesta di sfiducia già formalizzata nelle ultime ore. Ed a questo punto anche il partito democratico dovrà uscire allo scoperto accettando di firmare o meno la mozione. E da qui, sicuramente, si confermeranno o smentiranno le voci di accordi trasversali sanciti pre primarie. Infine l’Ncd che pare cammini a braccetto con il Pd di Servalli. La posizione del Nuovo centrodestra, dunque, potrebbe essere direttamente collegata a quella del Partito democratico.