di Michelangelo Russo
L’orrore ha una data e un orario preciso nel telefonino di Gianluca Stella, l’infermiere che ha denunziato la disumanità del Pronto Soccorso del Ruggi di Salerno. Le immagini di un paziente legato alla barella partono dalle ore 22,12 del 28-06-2022 e arrivano alle ore 7,57 dell’1-7-2022, tre giorni! Per tre giorni quest’uomo, sempre lo stesso, e sempre nello stesso posto, è rimasto in stato di vera e propria detenzione nella sua barella. Sempre al Pronto (si fa per dire) Soccorso. Gianluca Stella chiama quella stessa mattina i Carabinieri del Nas e poi il centralino dei Carabinieri. Dopo non molto richiama i Nas per sapere quando arrivano. Ma i Nas gli rispondono che stanno in Direzione. E che ci fanno, se Stella ha chiamato per fargli vedere le condizioni del reparto e il paziente legato al letto? Ma Stella non molla, e richiama i Carabinieri, che finalmente arrivano. Gli chiede di visionare il paziente legato. Si rifiutano perché, dicono, non possono entrare in un luogo di degenza. E perché? Sta di fatto che invitano Stella a passare in Caserma per formalizzare la denunzia. Stella lo fa, il 18 luglio successivo, alle ore 15.04, come da verbale di consegna di cui ha, come tutto, conservato copia. Quel giorno consegna nuovamente tutti i supporti informatici da lui registrati, comprese le immagini che vanno dal 28 giugno all’1 luglio dell’uomo legato per tre giorni.
Questa prova importantissima non si sa che fine abbia fatto. A chi hanno inviato le registrazioni i Carabinieri di Pontecagnano? Verosimilmente in Procura. Ma in quale fascicolo sono confluite? Non, all’apparenza, in quello già in cura al P.M. che il 27 febbraio 2023 archivierà la denunzia di Stella. Nella stringata archiviazione, il Pubblico Ministero, che ha ipotizzato in base alle precedenti denunzie di Stella il reato di epidemia colposa a carico di due imputati, richiama infatti solo le informative dei Nas del 29 dicembre 2021 e del 7 aprile 2022. Non c’è traccia della denunzia specifica che Stella ha fatto il 18 luglio 2022. Quindi il P.M. non ha potuto vedere l’uomo legato per tre giorni. E purtroppo, le informative precedenti dei Nas non hanno richiamato l’attenzione del P.M. sulla pratica dell’impacchettamento prolungato dei malati. Ma come è possibile? E’ accettabile che la drammaticità di certe situazioni visibili si concluda con una segnalazione finale che “tutto va bene, signora la Marchesa”? Ora, ancora una volta ribadiamo che la pratica della contenzione forzata dei malati è legale solo nella mente degli sprovveduti, di quelli in malafede e dei superficiali. Le condizioni caotiche del Pronto Soccorso non possono giustificare la violazione del diritto costituzionale di libertà personale. Tanto più che, come dice Stella, i pazienti legati venivano privati di una assistenza continua e vigilante, e spesso privi anche di un sorso d’acqua.
Non poter bere con le sue mani portò il Professore Mastrogiovanni, (episodio ormai famoso) alla morte orribile per sete, essendo stato lasciato per tre giorni, in agosto, legato ad un letto di tortura senza un goccio d’acqua. Questa versione del portavoce della Giunta Campana, arrivata dopo lo scandalo televisivo di La7, versione che parla di un caso episodico munito del consenso dei parenti, lascia basiti. Ma quale caso episodico? Ma quale consenso parentale alle catene in barella? Lo sanno alla Regione, responsabile istituzionale della Sanità, che secondo la Cassazione e la Corte Costituzionale il consenso parentale non serve a niente, perché solo il malato può prestare il proprio consenso al tipo di cura e di degenza? E, per tutto quello che ci mostrano le immagini registrate, non si può nemmeno parlare di “stato di necessità” ai sensi dell’art. 54 del codice penale, per giustificare l’accaduto. Lo “stato di necessità” presuppone un pericolo attuale, cioè un pericolo continuo non altrimenti evitabile. E’ una parola dimostrare che legare un cittadino nel Pronto Soccorso era uno stato di necessità, non altrimenti evitabile per ore e ore, e per giornate intere. Quindi, o voi della Regione, state zitti che è meglio. Tempi duri si approssimano per voi. L’On.le Bicchielli, che è un Parlamentare tosto e non uno che si limita alla pallina nell’urna, ha già presentato un’interrogazione parlamentare. Prevedo che non mollerà.
Quanto alla Procura, annotiamo che fino ad oggi 12 novembre, a molti giorni dai fatti, nessuno ha convocato ancora il testimone principale Gianluca Stella (l’indirizzo lo tralasciamo perché facilmente rintracciabile). Nel frattempo, seppure non delegati, stiamo facendo noi l’istruttoria che sarà messa a disposizione, a sua richiesta, della Giustizia.