Caso Mastrogiovanni: “Condannate gli infermieri” - Le Cronache
Cronaca

Caso Mastrogiovanni: “Condannate gli infermieri”

Caso Mastrogiovanni: “Condannate gli infermieri”

“Nella sentenza di primo grado il Tribunale di Vallo ha commesso un grave errore non tenendo presente la posizione degli infermieri e la loro penale responsabilità”. Così  il procuratore generale Elio Fioretti nel corso della sua lunga requisitoria davanti ai giudici della Corte d’Appello in occasione del processo a carico di medici ed infermieri per il decesso di Francesco Mastrogiovanni e dell’altro episodio di malasanità legato ad un altro paziente: Mancoletti.  Fioretti ha duramente criticato la sentenza di primo grado soprattutto nella parte inerente alla poszione degli infermieri che avrebbero omesso di assolvere la loro funzione di garanzia controllando la cartella clinica del paziente costretto, nel caso di Mastrogiovanni, a compiere acrobazie per bere una bottiglia d’acqua. “Gli infermieri avrebbero dovuto accedere alla cartella clinica. Tra l’altro uno degli infermieri, nel corso del dibattimento di primo grado, ha riferito che potevano, e aggiungo dovevano accedere alla cartella clinica”. Fioretti ha sottolineato la loro responsabilità penale non poteva essere esclusa perché le colpe erano da ascrivere unicamente ai medici per aver disposto la contenzione dei pazienti e non essere intervenuti per evitare le conseguenze che hanno portato al decesso di Mastrogiovanni. E’ stato evidenziato come non fossero registrate le contenzioni. Contestata anche la concessione delle attenuanti generiche. “Era una prassi in uso presso l’ospedale pschiatrico di Vallo agire in questo modo anche se nessuno di loro aveva intenzione di uccidere Mastrogiovanni”. Riconosciuto anche il sequestor  Chiesti cinque anni e mesi quattro di reclusione  per Raffaele Basso, per il primario Michele Di Genio  e Rocco Barone, anni 4  e mesi 4 per Amerigo Mazza e Michele Della Pepa ed anni quattro di reclusione per Anna Angela Ruberto. Chiesti anni quattro di reclusione per Antonio De Vita, Antonio  Tardio e Antonio Russo. Per tutti gli altri imputati chiesti 4 anni e otto mesi in relazione alla decenza del paziente Mancoletti. Nello specificio nei confronti di Giuseppe Forino, Antonio Luongo, Marco Scarano, Alfredo Gaudio, Nicola Oricchio.