di Marta Naddei E’ stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso che pare fosse colmo già da tempo. Il Comune snobba ancora il comitato “Salute e vita”. La fiaccolata per la vita di ieri sera – manifestazione simbolica per ricordare tutte le vittime dell’inquinamento ambientale e per tenere alta l’attenzione sulla questione delle Fonderie Pisano e delle emissioni nell’atmosfera, così come degli scarichi nel fiume Irno, – ha portato con sé anche delle polemiche. Polemiche sollevate in virtù del fatto che, all’avvio della marcia, non c’era nessuno a scortare i partecipanti al corteo. Né vigili urbani né polizia, con i manifestanti che per due chilometri hanno percorso la strada rischiando anche, in qualche caso, di essere investiti. Una pattuglia di polizia municipale era però all’altezza di Fratte ma – sottolinea il referente del comitato Lorenzo Forte – «solo dopo che ho personalmente chiamato al comando avvisando che lunedì avrei provveduto a sporgere denuncia. Avevamo avvisato tutti: dai vigili urbani, alla prefettura e la questura, fino al Comune di Salerno e siamo stati ignorati, come sempre». Ed erano oltre 200 le persone che ieri hanno voluto presenziare alla marcia – partita dal piazzale della chiesa di Matierno – in ricordo delle vittime dell’inquinamento atmosferico nella Valle dell’Irno, a causa della presenza di attività industriali inquinanti ed obsolete, incompatibili con il territorio, alcune di esse, come la Fonderia Pisano, fin dal 2004 sono state oggetto d’inchieste giudiziarie con sentenze passate in giudicato. Ma è in particolar modo con il Comune di Salerno – e nello specifico con l’assessore comunale all’ambiente, Gerardo Calabrese – che Forte è piuttosto risentito tanto da giungere a chiederne, a nome del comitato, le immediate dimissioni. «L’amministrazione comunale, con in primis l’assessore Calabrese che deve dimettersi, se ne deve andare a casa. Ancora una volta il Comune si è chiaramente schierato con l’imprenditore che inquina e non con i cittadini che chiedono aiuto. Basti pensare al fatto che qui, dell’amministrazione, non è venuto nessuno ed inoltre non sono state disposte nemmeno le misure di sicurezza per lo svolgimento della marcia. E’ un atto gravissimo. Il terzo di gravità assoluta». Già, perché il comitato si è legato al dito altri due comportamenti assunti dagli esponenti della giunta municipale: «In primo luogo, la tardiva costituzione di parte civile nel processo contro le Fonderie. Si costituirono tardi, dimenticandosi del processo, e di conseguenza furono esclusi dal giudice. In secondo luogo le menzogne di Calabrese in sede di commissione: ebbe il coraggio di dire che i valori del fiume Irno, piombo e cadmio, erano perfettamente nella norma mentre sono 10 volte superiori (in quell’occasione vi fu anche un pesante alterco tra le parti, a seguito del quale Calabrese abbandonò la seduta, ndr). Il fiume Irno è inquinato a valle delle Fonderie – tuona Forte – Questi sono tre atti che fanno una certezza: il Comune è contro i cittadini».
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