di Erika Noschese
Erano 18 gli operatori economici che avrebbero potuto partecipare alla gara per l’affidamento dei lavori di pubblica illuminazione, come emerge dall’Albo Asmel da cui emerge che tutti questi operatori erano in possesso della idonea classifica Soa, requisito necessario per la partecipazione alla gara. Nonostante ciò, il dirigente comunale Greco invitata sei imprese prive della qualifica costringendo loro a raggrupparsi in Ati. Tra le società chiamate dal dottor Greco vi era anche il gruppo Aliberti Srl, società che era stata invitata tramite lettera di invito inoltrata sulla piattaforma Mepa. La società però non poteva partecipare a gare con base d’asta superiore a 500mila euro in quanto con soli quattro dipendenti che consentono al gruppo Aliberti di lavorare con subappalti o piccoli lavori. Questa impresa, in subappalto, si è occupata dei lavori di riqualificazione della pubblica illuminazione a Battipaglia per un totale di 60mila euro per la rimozione e installazione dei pali ma proprio perché non in grado di procedere autonomamente non ha mai partecipato al bando di gara a Capaccio. La società aveva rapporti con la Dervit attraverso il legale rappresentante Vittorio De Rosa e i suoi collaboratori. Rapporto serio che è andato avanti con fatture regolarmente pagate a partire da settembre 2023. Stesso discorso per la società Lamberti Giuseppe che non aveva i requisiti per partecipare alla gara se non attraverso un’Ati in quanto la base d’asta indicata era di oltre 2 milioni e requisito essenziale era la Soa Categoria Og10 classe IV e medesimo discorso può essere applicato anche alla Lombardo Srl che in astratto aveva i requisiti ma non in possesso della categoria giusta per partecipare e con un numero di dipendenti insufficiente. Società, queste, tutte invitate a partecipare per i lavori di pubblica illuminazione a Capaccio Paestum. Proprio una di queste imprese nel tempo aveva avanzato delle lamentele all’ingegnere Greco per il ruolo della Dervit che si aggiudicava tutte le opere. Il dirigente avrebbe fatto sapere di aver invitato queste ditte per fare loro un favore, ben consapevole di non poter partecipare per tutte le problematiche già esposte e per la difficoltà nel trovare ditte per il sub appalto dei lavori. Tra le imprese vi erano anche alcune che non potevano partecipare perché non impegnate nel settore della pubblica illuminazione. Per altre società invece non era conveniente la partecipazione ragion per cui non hanno risposto all’invito. Un quadro che fa emergere il legame profondo tra Alfieri e la Dervit con scopo di favori personali e non solo.