Capone: «Scudetto al Napoli e Salernitana salva» - Le Cronache
Salernitana

Capone: «Scudetto al Napoli e Salernitana salva»

Capone:  «Scudetto al Napoli e Salernitana salva»

di Enzo Sica

Salerno e Napoli fanno parte della sua vita calcistica. Ci sono anche altre squadre nelle quali ha giocato Antonio Capone, oggi 68 anni, ex attaccante della Salernitana di tanti anni fa. Parliamo delle stagioni dal 1972 al 1974. gli anni mitici dello stadio Vestuti che sono stati per Antonio un vero e proprio trampolino di lancio. “I migliori anni della nostra vita” si potrebbe dire parafrasando questa bella canzone di Renato Zero rapportati, poi, al gran salto in serie A proprio nelle fila del Napoli. «Stagioni anche quelle indimenticabili, cinque anni  (dal 1977 al 1983) eccezionali anche con una parentesi in Coppa Uefa, come si chiamava allora l’Europa League. E avendo  allenatori che mi hanno davvero fatto diventare un calciatore di buona qualità. Parliamo di Di Marzio, Vinicio e Marchese, tecnici dai quali c’era davvero da imparare. Tanto. Ed io li ho sempre seguiti». Antonio Capone ripercorre quegli anni davvero tanto lontani «sono stato lontano da Salerno facendo il calciatore per ben 21 anni»  ma ricorda tutto con l’entusiasmo di un bambino. «Erano altri tempi quelli ai quali mi riferisco, è vero. Ma il calcio di quegli anni è molto diverso da quello attuale». In che senso, Antonio? «In tutti i sensi visto quello era un calcio più sanguigno, più vivo, che ti trascinava tanto. Oggi non mi ci ritrovo più. E’ vero alla mia età non si può guardare indietro ma vorrei sottolineare un punto per quel che riguarda i tifosi di quei tempi. Infatti tra noi salernitani, i napoletani, gli avellinesi  c’era rivalità ma mai come questa attuale così accesa. Ricordo che tanti amici di Salerno venivano a Napoli o ad Avellino (ha giocato anche nella squadra neroverde) per assistere alle partite nelle quali giocavo. Oggi il pubblico è cambiato, c’è grande rivalità che porta anche a fare chiudere come accadrà domenica il settore ospiti riservato ai tifosi napoletani, che non potranno assistere alla partita. Che poi una partita di calcio, anche se tra due squadre della stessa regione, dovrebbe essere e poteva essere solo una grande festa di sport. E’ naturalmente c’è rammarico per questa chiusura che ci sarà anche nella gara di ritorno a Napoli con i salernitani che non potranno seguire la squadra» Addentriamoci, ora, Antonio, proprio nello scontro di domenica all’Arechi che ritorna in serie A dopo tanti anni. Come vedi questa partita? «Diciamo che dall’attuale classifica si evince che il Napoli ha qualcosa in più della Salernitana. Il posto che occupano in classifica gli azzurri è la testimonianza più logica di questo inizio di campionato. La Salernitana, invece, si trova nei bassifondi della classifica anche se la vittoria contro il Venezia di pochi giorni fa con in panchina il nuovo allenatore Colantuono potrebbe darle anche quella spinta necessaria per poter mettere in difficoltà i più quotati avversari»  Dunque vedi una gara abbastanza proibitiva per i granata? «Nel calcio mai dire mai a niente. Si parte dallo 0 a 0 iniziale per entrambe. Dunque…E’ chiaro che il Napoli ha cambiato poco quest’anno. Ha preso un allenatore importante come Spalletti, sta facendo un campionato come era nelle previsioni iniziali. La Salernitana ha cambiato  molto, aspetta che arrivi una nuova società e credo abbia pochi calciatori di categoria nella rosa. calciatori, che possono fare la differenza e anche in panchina ci sono calciatori che in questa categoria non hanno mai giocato e che incontrano difficoltà come si è visto finora» Ma con un Ribery che ha dimostrato qualità e quantità a Venezia il Napoli potrebbe essere messo in difficoltà? «Non credo. Certo il francese alla sua età sta dando il massimo ed è bello vederlo in campo ed essere utile alla squadra in questo momento delicato della stagione. Poi oltre a lui diciamo che nella massima serie ha giocato. Simy che è stato un punto di forza del Crotone lo scorso anno e Bonazzoli, un attaccante di buona qualità e sono convinto che verrà fuori alla distanza. Per il resto c’è davvero da soffrire perchè gli altri componenti la rosa non hanno l’esperienza che serve in questo campionato di serie A» Ma questo è un campionato che ti appassiona, Antonio? «Non più di tanto. Ci sono secondo me sette, otto squadre che sono li è lotteranno per i primi posti, poi una zona intermedia con Fiorentina, Bologna, Udinese e qualche altra squadra che giocheranno per il centro classifica ed infine la zona retrocessione con almeno sei  squadre che si giocheranno la salvezza. E tra loro la Salernitana che deve ritrovare sicurezza e slancio nei propri mezzi» Possiamo dire Antonio se sei tifoso della Salernitana o del Napoli proprio a pochi giorni da questa grande gara all’Arechi? «Di nessuna delle due. Amo il bel calcio e spero che in questa partita ci possa essere» Un  pronostico? «Non faccio pronostici. Sono stato bene sia nella Salernitana che nel Napoli in serie A. Posso dire soltanto che mi auguro due cose: che il Napoli magari vinca lo scudetto e che la Salernitana si salvi: Di più non voglio dire» Il pubblico di Salerno potrebbe essere determinante nella grande sfida di domenica con la spinta che darà alla squadra granata? «Certamente sì: Ho sempre ammirato i tifosi della Salernitana. Sono eccezionali. Ricordo ai miei tempi quando giocavamo al Vestuti, con quella curva meravigliosa che ci sosteneva e lo stadio sempre pieno. Non è sbagliato dire che i tifosi della Salernitana sono sempre stati il dodicesimo uomo in campo. Loro non devono abbattersi mai, credere che tutto possa accadere e che l’impresa potrebbe anche riuscire. Sulla carta, ripeto, è difficile perchè questo Napoli è davvero forte».