di Arturo Calabrese
Ciò che era nell’aria si è concretizzato a Capaccio Paestum. Nel consiglio comunale di ieri è andata in scena una serie di importanti novità per il futuro, e sarà da capire se lungo o meno, dell’amministrazione. L’assise comunale si è aperta con la lettura di una nota firmata da sette consiglieri eletti in maggioranza che, da qualche settimana a questa parte, sono in netta contraddizione con il primo cittadino Gaetano Paolino. Igor Ciliberti, Maria Rosaria Giuliano, Antonio Mastrandrea, che legge, Angelo Quaglia, presidente del consiglio, Gianmarco Scairati, Eustachio Voza. Dei sette, solo uno era presente, ma il lettore Mastrandrea, dopo aver finito, ha lasciato l’aula. «Ci rivolgiamo prima di tutto ai cittadini di Capaccio Paestum, perché è a loro che dobbiamo rispetto, verità e trasparenza – scrivono – la nostra assenza fisica di questa sera non è mancanza di responsabilità, come qualcuno forse proverà a raccontare per specularci. Al contrario: è un atto politico forte, pubblico, motivato, che nasce da una situazione di stallo, di confusione e di ambiguità che sta paralizzando questa amministrazione e che certifica una frattura ormai evidente. Cito le parole pronunciate in quest’aula dal Sindaco, durante l’ultimo Consiglio comunale: “Quando assumo un impegno, lo assumo. (…) Da domani aprirò un tavolo di concertazione con tutte le forze. (…)”. Ci saremmo aspettati un gesto di verità politica: invece, la declamata “richiesta di incontro” non è mai arrivata. Abbiamo letto sui social inviti e riferimenti al buon padre di famiglia. Ma chi è il buon padre di famiglia? Quello che si sottrae per orgoglio o quello che ricerca l’incontro e favorisce il dialogo tra le parti? Ci saremmo aspettati che il Sindaco, la sua maggioranza, l’Aula tutta chiarissero finalmente chi governa Capaccio Paestum, con quali numeri, con quali alleanze e soprattutto con quale legittimazione politica. Nulla di tutto questo è avvenuto! Oggi siamo di fronte a un Consiglio comunale con punti fondamentali all’ordine del giorno, senza che la città sappia se esiste ancora la maggioranza politica scelta dai cittadini con il voto espresso a maggio. Avremmo votato con spirito partecipativo e di squadra, come sempre fatto, i punti all’OdG, se fossero stati realmente condivisi e costruiti collegialmente, grazie al confronto. Mentre anche gli indirizzi forniti nelle commissioni consiliari sono caduti nel nulla. È ora che cadano veli e maschere! Questa sera, volenti o nolenti, la verità verrà fuori: perché i numeri in politica non mentono. È finito il tempo di nascondersi dietro formule, tatticismi e finzioni istituzionali. Da oggi in avanti ognuno dovrà assumersi la responsabilità delle proprie scelte, in quest’Aula e davanti ai cittadini. E qui arriviamo al punto politico centrale, che non può essere più taciuto! Stiamo assistendo a un ribaltamento politico che definire preoccupante è poco. Quella che fino a ieri si definiva opposizione, oggi si propone come nuova maggioranza. Senza passare dalle urne. Senza chiedere il consenso dei cittadini. Senza alcuna coerenza con le posizioni sostenute fino a pochi mesi fa. Gli stessi che sei mesi fa definivano l’avvocato Gaetano Paolino “un prodotto di laboratorio”, “una testa di legno”, oggi ne tessono le lodi, lo difendono, lo sostengono e si ergono a garanti della stabilità amministrativa. Questo non è senso delle istituzioni! Questo è trasformismo politico allo stato puro! Qui non si tratta di responsabilità, ma di attaccamento alle poltrone: il vostro attaccamento alle poltrone! Qui non si tratta di interesse generale, ma di interessi personalistici. Qui non si tratta di governare bene, ma di occupare spazi e posizioni di potere. Chi ha perso le elezioni non può rientrare dalla finestra, gli elettori hanno scelto nelle urne a chi affidare il governo di Capaccio Paestum. Per altri hanno scelto che facessero opposizione. Chi oggi pretende di dare lezioni di moralità politica non ha il titolo per farlo, perché è stato democraticamente bocciato. Se questo principio viene meno, allora viene meno il senso stesso della democrazia: tanto vale non votare più, tanto vale non presentarsi più agli elettori. Noi, invece, rivendichiamo con forza la nostra coerenza. Abbiamo fatto tutti i tentativi possibili per favorire una soluzione politica, ma una soluzione che doveva e poteva nascere solo all’interno della maggioranza che ha vinto le elezioni e che ha eletto Gaetano Paolino Sindaco. Ogni altra scorciatoia è un tradimento del mandato popolare. Oggi i cittadini di Capaccio Paestum sono disorientati. Non sanno più a chi rivolgersi, non sanno chi governa, non sanno chi decide. Questo è il danno più grave che questa fase politica sta producendo, ed è per questo che chiediamo, con forza e senza ipocrisie, che ognuno dica chiaramente da che parte sta. Noi ci abbiamo messo e ci metteremo sempre la faccia a testa alta e a schiena dritta, senza ambiguità e giochi di palazzo. La nostra assenza di questa sera è un atto di denuncia politica, un segnale forte alla città e a quest’aula. Da oggi in avanti nessuno potrà più dire “non sapevo”. La verità è sotto gli occhi di tutti. La città viene prima delle poltrone – conclude la lunga nota – La coerenza viene prima degli accordi di convenienza. La dignità delle istituzioni viene prima di qualsiasi interesse personale. E su questo, noi non faremo un solo passo indietro!». Oltre all’assenza di gran parte della maggioranza eletta, salta all’occhio, prima ancora dell’inizio del consiglio, il passaggio all’altra sponda del consigliere Domenico “Mimmo” De Riso, eletto nella lista Forza Capaccio Paestum a sostegno del candidato sindaco Simona Corradino. Chiaro, dunque, il suo passaggio in maggioranza, come del resto più e più volte scritto su queste colonne. Doveroso ricordare il reintegro della moglie Antonella Marino nell’azienda speciale Paistom il primo dicembre e quindi meno di un mese fa. Una coincidenza molto particolare. La Paistom, tra l’altro, era tra i punti all’ordine del giorno. Il consiglio era chiamato a votare sul piano di programma 2026/2028. Due dei consiglieri, oltre al già citato, hanno coniugi dipendenti dell’azienda: Pamela Vope con Felice Caroccia e Adele Renna con Eugenio Guglielmotti. Al momento di trattare il punto, il consigliere Simona Corradino ha preso la parola chiedendo la liceità della presenza al voto dei tre consiglieri, ma sia il consigliere Carmine Caramante, sempre più difensore dell’amministrazione, sia il sindaco hanno respinto la possibilità di un conflitto di interessi. Chiuso l’intervento, la già candidata sindaco lascia l’aula e viene attaccata dal primo cittadino, che ha invitato la stessa “e la sua amica”, riferendosi a una già candidata alla carica di consigliere, a informarsi. Secondo gli astanti, dunque, il conflitto di interessi non si concretizza e si procede, quindi, al voto. Il punto è passato, come anche quelli inerenti alle altre partecipate. Concretizzando: un consigliere può votare il piano programmatico per l’azienda nella quale il proprio coniuge lavora. È tutto legittimo. Termina così l’ultimo consiglio comunale del 2025, con quella che pare a tutti gli effetti essere una nuova maggioranza e la conferma del suo essere consigliere di minoranza da parte di Simona Corradino. Infine, il sindaco ha parlato di qualche novità per l’ormai imminente 2026. Pare, infatti, possa esserci un rimpasto di giunta e qualche nuova delega ai consiglieri. Dopo tali novità si potranno capire molto meglio i recenti cambi di casacca sia all’interno che all’esterno del consiglio comunale.





