di Arturo Calabrese
A proposito di discontinuità col passato, cambia poco nella squadra in consiglio comunale che vede nuovamente alla presidenza Angelo Quaglia, già nel ruolo durante il secondo mandato di Franco Alfieri, finito anzi tempo per le dimissioni in massa dei consiglieri seguite, dopo tempo, all’arresto dell’allora primo cittadino. Dopo la convalida degli eletti, si è passato all’elezione del presidente del consiglio che dunque visto vittorioso Angelo Quaglia con undici voti. Necessari due scrutini dato che per il primo non si erano raggiunti i due terzi dei votanti. Per lui undici voti, due le bianche e quattro per il consigliere di minoranza Marianna Ruggiero. Identico risultato per l’elezione del vicepresidente. È stato eletto Igor Ciliberti. Su questo nasce già un primo caso. Il sindaco Gaetano Paolino ci tiene a sottolineare che la decisione di voto sul vicepresidente non andata ad un membro della minoranza, come consuetudine vuole, perché i due gruppi, rappresentanti dagli eletti della coalizione di Simona Corradino e di Carmine Caramante, avrebbero rifiutato tale proposta. Caramante asserisce di aver rifiutato mentre Corradino e i suoi sostengono di non aver ricevuto alcuna proposta e di non aver potuto dunque rinunziare. Chiarita la cosa, Paolino sostiene che avrebbe con piacere aperto alle minoranze il seggio di vicepresidenza, ma così non è stato. Gruppo Misto. Altro caso è quello che concerne Carmine Caramante, candidato con Fratelli d’Italia ed eletto con tale partito. Il già pretendente alla carica di primo cittadino, però, non ha aderito al gruppo che fa capo al partito di Giorgia Meloni, cosa che invece fa l’altro consigliere e cioè Fernando Maria Mucciolo. La motivazione potrebbe essere che così facendo si assicura la partecipazione alle varie commissioni. Potrebbe essere una mossa politica, ma sta di fatto che è concreta la situazione della perdita di un consigliere da parte di FdI. Caramante potrebbe rimanere iscritto al partito ma è palese che non possa rappresentarle in consiglio. Gli stracci volati tra Caramante e il sindaco sono già storia vecchia: tanti, infatti, gli attestati di stima reciproci tra i due. Il consigliere corteggia il primo cittadino e lui si fa corteggiare. Che sia anche questo un segnale di inizio di allontanamento? Questione Paistom. A cominciare da ieri, sono cinquanta i dipendenti della partecipata Paistom che non hanno più un lavoro. Scaduto il contratto, data anche la situazione debitoria dell’ente, sono stati necessari dei tagli. La mala gestio degli ultimi anni, che porta la firma del sindaco oggi ai domiciliari e di gran parte degli attuali consiglieri, dunque continua. Dalle parole delle opposizioni e della maggioranza trapela l’interesse a lavorare affinché tali problemi siano risolti quanto prima. Tema della recente campagna elettorale, quello dell’occupazione degli operai Paistom è una delle emergenze a cui la maggioranza e gli uffici dovranno trovare una risposta. Nei prossimi giorni, come annunciato dal sindaco Gaetano Paolino, ci saranno delle novità in tal senso. La minoranza di Simona Corradino, che a differenza di Caramante non si profonde in complimenti, annuncia che monitorerà tutte le decisioni al fine di non lasciare indietro nessun operario, cosa che tra l’altro è stato un cavallo di battaglia nella campagna elettorale. Chiusi tutti gli adempimenti tecnici, il consiglio comunale è dichiarato concluso e si dà appuntamento ad una prossima assise durante la quale ci saranno i temi veri e propri.





