CAPACCIO PAESTUM. Il sindaco Italo Voza rappresenta per Capaccio Paestum l’occasione di una pacificazione politica e amministrativa della città dei Templi. Le polemiche e le accuse, condite con inchieste della magistratura, che hanno caratterizzato l’esperienza amministrativa dell’ex sindaco Pasquale Marino, sembrano pesare ancora oggi su palazzo di città. E come se non bastasse proprio la magistratura salernitana ha scoperchiato un calderone di vessazioni, richieste estorsive in un clima di paura e sospetto che ha riguardato i due comandanti delle stazioni della Forestale di Foce Sele e Capaccio capoluogo rispettivamente Marta Santoro e il marito Antonio Petillo. Una storiaccia che ha visto svelato un vero e proprio sistema fatto di connivenze, controlli e orologeria e a ritorsioni verso chi, imprenditori della zona della Piana del Sele, si rifiutava di cedere alle richieste di danaro e favori richiesti dai funzionari della Guardia Forestale. Il lavoro di Voza è improntato proprio alla massima trasparenza, tentando di far dimenticare al tessuto imprenditoriale di Capaccio Paestum, una brutta pagina che si spera chiusa. Ma lo stesso primo cittadino, esprimendosi in merito ai continui retroscena che vengono sveltati della magistratura, non può fare a meno di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «Quello che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti – dice Italo Voza -. L’indagine della magistratura ha fatto venire a galla quello che davvero è stato un vero e proprio sistema che ha inciso e non poco non solo sulla vita imprenditoriale della città, ma che ha coinvolto anche la politica». Un coinvolgimento non diretto, naturalmente, ma determinato dalle azioni, a volte senza una copertura di verità, messe in atto da Marta Santoro e dai suoi uomini. E se da un lato il sindaco ha più volte sostenuto l’azione anche degli agenti del comando di polizia municipale diretti da comandante Antonio Rinaldi, non può fare a meno di registrare quello che ogni giorno scoprono i magistrati indagando su uno scandalo che assume di giorno in giorno proporzioni gigantesche. Le ammissioni dell’ormai ex comandante della Forestale Marta Santoro che nel corso di un interrogatorio in carcere ha ammesso di aver preso tangenti in almeno quattro delle circostanze contestate dalla procura di Salerno, tra quelle per le quali, nei suoi confronti è stata applicata la custodia cautelare in carcere per i reati di concussione tentata e consumata, oltre al millantato credito. «Per me il lavoro della magistratura è vangelo – afferma Voza -. E lo considero un lavoro che va oltre la legge degli uomini e giusto un gradino sotto quella di Dio».
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