Borrelli, «Presto sarà chiara la situazione ciminalità a Salerno» - Le Cronache
Cronaca

Borrelli, «Presto sarà chiara la situazione ciminalità a Salerno»

Borrelli, «Presto sarà chiara la situazione ciminalità a Salerno»

di Pina Ferro

«Io credo che nei prossime mesi i cittadini di Salerno avranno la possibilità di farsi un‘idea chiara sulla criminalità organizzata nella provincia di Salerno». Ad affermarlo, preannunciando in qualche modo un’inchiesta che presto dovrebbe concludersi con una mega operazione con l’esecuzione di numerosi ordinanze è stato il procuratore capo di Salerno Giuseppe Borrelli intervenendo all’inaugurazione della mostra, a Palazzo di Città. “Antimafia itinerante”sui trenta anni della Dia (Direzione investigativa antimafia). Ovviamente, sulla domanda specifica il procuratore si è trincerato dietro un no comment. Facendo poi riferimento alle parole di Maurizio Vallone direttore della Dia, il quale ha affermato che il salernitano è si un territorio difficile ma si spara meno rispetto ad altre zone d’Italia; il procuratore Borrelli ha affermato: « Sul fatto che la mafia non spara questo è vero, in realtà nel corso degli ultimi due anni abbiamo avuto due tentati omicidi di camorra a cui hanno fatto seguito due decreti di fermo emessi dalla magistratura: in entrambi i casi i soggetti che hanno dato luogo a questi episodi erano già monitorati, quindi sono stati individuati, mentre, commettevano i reati. Questo – prosegue il procuratore Giuseppe Borrelli è evidentemente il frutto di una programmazione del lavoro. I fatti di sangue sono difficili da accertati se non si acquisiscono le prove immediatamente. Per quanto riguarda la presenza della criminalità organizzata a Salerno il discorso è un po’ più complesso. Io credo che nei prossime mesi i cittadini di Salerno avranno la possibilità di farsi un ‘idea chiara sulla criminalità organizzata nella provincia». Non ha voluto fare alcun riferimento al tentativo della criminalità organizzata di penetrare nella pubblica amministrazione. Un silenzio dovuto, ovviamente, alle inchieste in corso. “Il territorio di Salerno è sicuramente difficile, ma non ha i problemi che hanno altri territori. Qui si spara praticamente zero, anche la pressione estorsiva, chiaramente, e’ molto inferiore”. E’ quanto rileva il direttore della Direzione investigativa antimafia, Maurizio Vallone, a margine dell’inaugurazione, a Salerno, della mostra “Antimafia itinerante” in occasione delle celebrazioni per il 30esimo anniversario della Dia. “Qui la magistratura ha fatto un lavoro straordinario a cavallo degli anni ’80 e ’90 e poi ha proseguito anche successivamente”, sottolinea ricordando che, “qui, e’ stata eradicata una intera classe criminale che si era sviluppata a seguito delle vicende di Cutolo nella fine degli anni ’70 e gli anni ’80, e si e’ operato anche molto bene nel tessuto sociale”. Il capo della sezione Dia di Salerno, Vincenzo Ferrara, spiega che “la criminalita’ organizzata in provincia di Salerno e’ sempre stata presente, anche se oggi in maniera apparentemente meno violenta rispetto al passato”. “Con questo trentennale, si vuole sottolineare che le mafie esistono ancora”

 

Ha preso il via ieri pomeriggio la tappa salernitana delle celebrazioni per il 30° anniversario della Direzione Investigativa Antimafia. Il primo appuntamento ha visto il direttore Direttore della Dia, Maurizio Vallone, alla presenza delle Autorità civili e militari, aprire ufficialmente la mostra che sarà visitabile dal pubblico dal 7 al 12 marzo presso il “Palazzo di Città”. Una serie di pannelli ed un video che raccontano tra immagini e titoli di giornale le operazioni più importanti. Tra le altre iniziative, venerdi 11 marzo alle ore 11.00, nel “Salone dei Marmi” del “Palazzo di Città”, si svolgerà il convegno sul tema “Gambling: infiltrazioni mafiose nel gioco legale”. Intervenendo a margine dell’inaugurazione, Vallone ha detto “La Mafia non è morta, ha cambiato modalità operative – ha detto – oggi gli omicidi di mafia si contano sulle dita di una mano, ci sono meno manifestazioni eclatanti, ma in realtà le mafie cercano sempre più di entrare nel tessuto economico”. pieffe