di Erika Noschese
«Il momento richiede grande attenzione, per evitare che si possa generare panico. Ma la situazione è sotto controllo e i dati sono positivi». Dopo le rassicurazioni degli esperti in ingegneria ambientale coinvolti ieri su queste colonne, è proprio Vincenzo Bennet, amministratore unico di Salerno Pulita Spa, a prendere la parola dopo una settimana di incessante lavoro sul campo per ristabilire la piena funzionalità dell’impianto di compostaggio di Salerno. Le numerose polemiche sorte ieri, sul fronte istituzionale e civile, a causa dei cattivi odori avvertiti in diverse aree della città di Salerno, hanno infatti provocato allarmismi che era giusto limitare sul nascere: per il benessere della cittadinanza, anzitutto, che può e deve legittimamente preoccuparsi ma sulla base di vere informazioni e non sul sentito dire, ma anche per tutelare e onorare l’operato di chi, come i Vigili del Fuoco e gli operatori di Salerno Pulita Spa, sta lavorando senza sosta per far sì che non ci siano più i presupposti per alcun disagio ai danni dei cittadini. Il monitoraggio costante da parte dell’Arpac, con un’apposita centralina posizionata esattamente all’interno dell’impianto di compostaggio, unito al lavoro del personale dei Vigili del Fuoco che quotidianamente pubblica report sullo stato di avanzamento dei lavori di smassamento e di estinzione definitiva dell’incendio propagatosi nella notte tra il 22 e il 23 dicembre, garantiscono ulteriori punti a favore della cittadinanza che, leggendo queste colonne o i singoli comunicati degli Enti coinvolti, può informarsi e informare evitando la diffusione di notizie false che non generano altro che panico generale.
La situazione è sotto controllo, zero rischi per operatori e cittadini.
«Sono completamente dedicato all’impianto da domenica, alle 2, quando abbiamo ricevuto la notizia su quanto stesse accadendo. Sono stato sempre presente lì, tra l’altro senza utilizzare mascherine anche nelle immediate vicinanze delle zone di fuoco: se avessimo avuto qualche dubbio, avremmo utilizzato qualche precauzione in più. Ci sentiamo tranquilli: ho sentito molte persone che parlavano addirittura di filtri bruciati e altro. Situazione assolutamente difforme dalla realtà, poiché il materiale presente nei capannoni oggetto dell’incendio era di fatto già compost con un piccolo residuo di scarto, quindi in fase di maturazione avanzata e già pronto per l’utilizzo come fertilizzante. A ciò si aggiunge il lavoro senza sosta, di giorno e di notte, di tutte le autorità interessate a partire dai Vigili del Fuoco, per cui siamo stati tranquilli sin dal primo istante».
Si è temuta un’alterazione della qualità dell’aria.
«Abbiamo una centralina che l’Arpac ha posizionato esattamente all’interno del sito, per monitorare 24 ore su 24 la situazione: da subito abbiamo avuto modo di verificare che non ci fosse diossina, anche perché si trattava di materiali che hanno impurità molto molto residuali, come ha spiegato anche l’Arpac sul proprio sito web. Anche il capannone è stato realizzato con materiali idonei che hanno consentito che lo stesso non collassasse subito, nonostante le temperature elevate».
Qual è lo status attuale dell’area dell’impianto interessata dall’incendio?
«Anche oggi (ieri, per chi legge) registriamo un lavoro encomiabile da parte dei Vigili del Fuoco e dei nostri dipendenti che, con mezzi meccanici, lavorano a pieno supporto dei Vigili. Ritengo che fondamentalmente l’incendio si possa definire sotto controllo: manca una piccola area, quella del biofiltro, che stiamo cercando di mettere in sicurezza per evitare di rompere quella parte di impianto. Su questo, in particolare, i Vigili del Fuoco vanno elogiati perché hanno cercato non solo di circoscrivere, spegnere e mettere in sicurezza ma anche di salvare quanto più possibile tutto ciò che si potesse salvare».
Eccezion fatta per i cattivi odori percepiti sabato mattina fino in città.
«Siamo ancora dispiaciuti per quest’ora di odore acre che si è avvertito in città: mi rendo conto che giustamente le persone si sono preoccupate. Ci scusiamo ancora, ma purtroppo non è dipeso dalla nostra volontà. Per fortuna è stato un momento, rispetto a sette giorni di intenso lavoro. Mi sento di dire che il disagio è stato limitato solo a questo lasso di tempo. Non è odore acre, tra l’altro, quello avvertito: è cattivo odore. Siamo al settimo giorno di lavori per la messa in sicurezza e lo spegnimento totale dell’incendio, ma l’altro giorno ci siamo resi conto che andava fatta un’operazione di impatto per mettere immediatamente in sicurezza il sito e la qualità dell’aria e dell’ambiente. Il cattivo odore è dato dal fatto che ci sono state 12 ore di smassamento di materiali, spostati da una parte all’altra per esser sicuri che sotto non ci fossero ulteriori focolai. Questo smassamento ha creato un po’ di eccesso di fumo che, con qualche corrente particolare, ha generato cattivo odore e raggiunto la città. Poi c’è un mix di odori, sopra di noi. Se non ci fosse stata questa défaillance di un’ora in qualche posto della città, oggi saremmo stati tutti più tranquilli. Motivo per cui ci scusiamo».
C’è chi ha puntato il dito contro l’impianto di Sardone e contro il conferimento dei rifiuti presso quell’impianto, creando sovraccarico. Cosa c’è di vero?
«Non c’è nessun sovraccarico dell’impianto di Sardone. Anzitutto non è una discarica, non ha aperto per la città di Salerno e per Salerno pulita, ma è un sito di trasferenza dell’organico che serve la maggior parte dei comuni della provincia di Salerno da sempre. Quando il nostro impianto è aperto in maniera ordinaria, non lo abbiamo mai intasato e non c’è, in alcun caso, nessun cattivo odore proveniente da lì. La straordinarietà dell’utilizzo di quella struttura sta nell’apertura natalizia, perché noi lavoriamo tutti i giorni con la raccolta e lo smaltimento, tranne la domenica, ma quando Natale cade in un giorno infrasettimanale noi lavoriamo normalmente, mentre tutti gli altri impianti sono chiusi. Per non arrecare disagio, infatti, siamo andati a Sardone poiché il giorno di Natale le varie società con le quali abbiamo rapporti per smaltire l’organico non avevano la possibilità di effettuare il trasporto dell’organico in corrispondenza del giorno di festa. Spesso, prima del revamping, quando l’impianto di compostaggio si ferma noi siamo costretti a smaltirlo fuori e ci siamo rivolti frequentemente all’impianto di Sardone. Dopo il revamping, molto meno. Siamo, infatti, organizzati a prescindere per smaltire tutto ciò che raccogliamo. Questo fermo impianto è stato più lungo del solito, però, ed essendo capitato a cavallo delle festività natalizie abbiamo chiesto l’apertura straordinaria al sito più vicino a noi che già serve circa 140 Comuni di tutta la provincia di Salerno. Motivo per cui non c’è stato assolutamente alcun sovraccarico, anzi: noi operiamo sempre a prescindere dall’operatività o meno dell’impianto di Sardone».
Continua…