di Carmine LANDI
BATTIPAGLIA. D’ora in poi, a Battipaglia, Peppone e don Camillo andranno un po’ più d’accordo.
Tra don Ezio Miceli, parroco della chiesa madre “Santa Maria della Speranza”, e Gerardo Motta, esponente di spicco della classe politica cittadina e dell’imprenditoria locale, pace è fatta.
Dopo sei anni di contrasti e dissapori, che hanno contribuito ad alimentare numerose leggende – tra cui pure quella, non si sa quanto attendibile, dei fuochi d’artificio del presule in occasione del trionfo elettorale di Giovanni Santomauro su Motta – , l’imprenditore, che s’è ricandidato alle prossime amministrative come aspirante sindaco, e padre Ezio si sono riscoperti amici a tavola, condividendo un pasto.
A far da paciere, stando a fonti particolarmente attendibili, sarebbe stato Gianluca Barile, amico in comune dei due ex litiganti. Alle scorse elezioni comunali, pure il giornalista, che da candidato al consiglio comunale tra le fila di “Italia dei Valori” supportò Santomauro, ebbe degli screzi con Motta, ma, dopo aver rotto con l’ex sindaco, abbandonando pure l’assessorato alla Sicurezza e alla Legalità, chiarì con l’imprenditore.
Probabile, dunque, che la decisione bariliana – di cui s’è scritto lunedì scorso – di ritirare la propria candidatura alla poltrona di primo cittadino per ambire a un posto in consiglio comunale tra le liste dello stesso Motta sia stata motivata pure dalla pace stipulata tra i due amici.
Quel che è certo è che il progetto “Speranza per Battipaglia”, civica creata dal vaticanista all’atto dell’annuncio della propria discesa in campo come aspirante sindaco, resta in piedi: la lista, timonata da Barile, farà da supporto a Motta in occasione delle prossime amministrative.