di Arturo Calabrese
Il suo obiettivo, da buon artista qual è, è portare colore ed emozione laddove il grigio, non solo dal punto di vista cromatico, di una città tende a opprimere anche gli animi. Si tratta di Cosimo Centanni, artista di Battipaglia che da tempo regala un nuovo volto agli angoli della città della Piana del Sele, troppo spesso dimenticati da chi dovrebbe renderli vivi. È dunque con l’arte, con il disegno, con il graffito che, senza danneggiare e senza arrecare fastidio, cerca di rendere migliore il centro abitato.
Dopo diversi interventi lo ha fatto di nuovo, e ancora una volta nel centro di Battipaglia. Gli spunti di Mino, come da tutti è conosciuto, sono numerosi, ed in particolare c’è la nascita di una libreria indipendente.
Circa un anno fa, Laura Moccaldi lascia il suo lavoro, un posto fisso, per rincorrere il sogno di diventare libraia. Con molti sacrifici raggiunge l’obiettivo e nasce così Copperfield Bookshop. Due menti eccellenti, ognuna con un’ottima dose di coraggio, si sono incontrate ed hanno permesso la nascita dell’opera. È lo stesso artista a spiegare la sua creazione: «È nata da una riflessione sull’infanzia, sull’identità, sulla libertà.
C’è un bambino seduto su pile di libri, con lo sguardo sorridente e birichino, come se avesse appena combinato una marachella. Ma in quello sguardo c’è anche qualcosa di più: ci sta dicendo qualcosa di importante. Intorno a lui parole come “dolce”, “introverso”, “iperattivo”, “strano”. Tutte quelle etichette che noi adulti appiccichiamo ai bambini. Ma lui le cancella, una ad una, con un pennarello rosso. L’unica frase che rimane è “Non definirmi. Io sono!” – racconta – è la mia risposta a una frase che mi ha indignato e cioè “Definisci bambino”, detta da Eyal Mizrahi durante un programma televisivo in un dibattito con Enzo Iacchetti.
Una frase che non è solo provocazione, ma una strategia per mettere in dubbio l’innocenza, per depotenziare l’empatia, per giustificare l’orrore. Come se bastasse una definizione per decidere chi merita protezione e chi può essere colpito. Il murale è il mio modo di resistere. Quel bambino è Battipaglia che resiste.
È Gaza che grida. È ogni bambino che dice “Io sono!”. E non è solo questo. Pochi giorni fa è stato segnalato l’ennesimo negozio aperto da cittadini stranieri. E come sempre, sui social è esplosa la solita valanga di commenti pieni di pregiudizi. Quel bambino che cancella le parole non rappresenta solo l’infanzia – conclude l’artista Cosimo “Mino” Centanni – rappresenta tutti quelli che vengono ridotti a una definizione: straniero, diverso, indesiderato.
Laura ed io, ognuno a modo suo, stiamo cercando di ridare dignità a questa città. Con i libri, con l’arte, con la bellezza. E forse, anche a Gaza. Perché la bellezza, quando è vera, non ha confini».
Emozionata la libraia: «Si capisce che si sta facendo un buon lavoro quando si è omaggiati di un’opera così meravigliosa. Arrivare in libreria e trovare questo capolavoro è qualcosa che emoziona – le sue parole – continuiamo a far crescere fiori, perché noi siamo fiori». Una storia, quella dell’artista e della libraia, che sembra valicare il tempo, ma è una storia attuale, forte, viva, straordinaria.
È resilienza, coraggio, resistenza, tenacia. In direzione ostinata e contraria.






