Battiapglia, la strada a Menna. Andria: Gesto nobile - Le Cronache Attualità
Attualità Battipaglia

Battiapglia, la strada a Menna. Andria: Gesto nobile

Battiapglia, la strada a Menna. Andria: Gesto nobile

di Erika Noschese

Il padre del comune di Battipaglia ha una strada a suo nome. Ieri mattina, nel tratto viario compreso tra via Rosa Jemma e via Mario Mellone, finora denominato via Brodolini, si è tenuta la cerimonia di intitolazione della strada ad Alfonso Menna: colui che, grazie alle straordinarie capacità di amministratore al servizio della collettività, ha lasciato anche in provincia di Salerno una tratta indelebile nella storia del territorio. Sindaco di Salerno per 14 anni, dal 1956 al 1970, ancor prima s’impegnò per la fondazione del Comune di Battipaglia, rivestendo il ruolo di funzionario pubblico. Il Comune sorse ufficialmente nel 1929 e Menna, in qualità di commissario prefettizio, ne fu primo cittadino fino al 1931. Francesca Menna, nipote di Alfonso Menna, commenta con una certa commozione la cerimonia di intitolazione: “Tutto nasce da un’idea del compianto avvocato Enrico Giovane. Con la collaborazione del sindaco Francese, che è sempre stato molto disponibile nei nostri confronti, oggi realizziamo questa iniziativa che serve per la memoria della città. È inutile pensare che la memoria ognuno se la porta dentro: la memoria, con le persone, scompare. Servono segni tangibili per ricordare le persone”. Anche il sindaco di Battipaglia, Cecilia Francese, usa parole al miele per ricordare Alfonso Menna: “È stato un uomo grandioso. Aveva capito quello che poteva essere lo sviluppo di questa città. Gli fu dato questo compito arduo, di mettere le basi per la città di Battipaglia e devo dire che a lui si devono delle grandi opere: già capire l’importanza di creare una scuola in questa nascente città, visto che la De Amicis parte, infatti, nel ‘31 come costruzione, ma è Menna che decide di creare una scuola, così come il comune, la rete fognaria, il cimitero, l’acquedotto. Un uomo di una cultura immane ma anche di una capacità amministrativa notevole. Lui era segretario comunale, molto giovane arriva a fare il vicesegretario al comune di Salerno, poi segretario, poi dopo il pensionamento è stato un grande sindaco di Salerno. Quindi è importante che questa città desse un nome a una strada. Noi in centro città abbiamo terminato tutti i nomi, purtroppo non è che si possono cambiare, ma è importante questa strada perché è la strada che apre alla città attività commerciali, industriali, così come l’unione con l’area di Eboli e soprattutto, quando sarà finito – si spera, con l’arrivo dell’alta velocità – l’area che è il Più Europa, questa sicuramente diventerà un’area centralissima, importante. È giusto che Battipaglia desse questo riconoscimento che serve per le persone di ora ma anche per le persone future, perché sappiano chi era Alfonso Menna e perché questo riconoscimento”. A prendere parte all’iniziativa l’ex europarlamentare ed ex presidente della Provincia di Salerno, Alfonso Andria, amico strettissimo di Menna: “Alfonso Menna per Battipaglia rappresenta qualcosa di fortemente significativo. Dall’istituzione del Comune che volle fortemente, che guidò personalmente come commissario prefettizio, perdurando nel tempo perché è un legame che non si è mai dissolto, ed è stato molto avvertito da lui ma anche da tanta parte della comunità locale. Il gesto del sindaco Cecilia Francese e dell’amministrazione è molto nobile: intitolargli una strada vuol dire ravvivarne la memoria e anche il sentimento di riconoscenza che l’intera comunità locale, ma anche una parte molto più vasta del territorio, come lo stesso comune di Eboli dove pure c’è la sua mano nel momento di difficoltà che ebbe successivamente a quello della istituzione del comune di Battipaglia. E poi la figura maestosa di Alfonso Menna si erge sulla città capoluogo: è stato sindaco per 15 anni, ha lasciato di sé una traccia ed è morto in età avanzatissima”. “Sono stato accanto a lui per molto tempo – prosegue Andria – perché ho avuto la fortuna di praticare casa sua, di fruire dei suoi insegnamenti, dei suoi consigli. Amico di famiglia, da sempre e per sempre, anche naturalmente oltre il limite della sua vita terrena lunghissima e laboriosissima. Ricordo che mi indicava, nel soggiorno di casa sua dove si tratteneva e accoglieva qualche ospite – e io ero frequentemente tra questi – mi indicava delle pile di fascicoli, di libri che erano i successivi lavori ai quali doveva dar seguito. Ma questa scena avveniva quando lui aveva già 95, 96 anni. Lui è morto a 108 anni. All’età di 105 anni l’ho avuto accanto a me sul palco, a Corso Vittorio Emanuele, sotto la redazione del Mattino, e pretendeva di prendere la parola. Quella sera aprivo la mia prima campagna elettorale per la prima candidatura alla presidenza della Provincia, mentre ero uscente come consigliere comunale. Ecco, per dire la vivacità intellettuale ma anche la voglia di fare fino all’ultimo e soprattutto di rendersi utile alle persone bisognose. Menna è stato un uomo famoso, importante nella storia del territorio anche per questo: non ha mai smarrito l’umanizzazione delle istituzioni”.