Bandecchi: «Con Boccia costruiamo una nuova Campania» - Le Cronache Ultimora
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Bandecchi: «Con Boccia costruiamo una nuova Campania»

Bandecchi: «Con Boccia costruiamo una nuova Campania»

Stefano Bandecchi arriva in Campania con la lista Dimensione Bandecchi come outsider del sistema politico regionale. Qual è la sua idea di governo e quali sono i tre interventi prioritari che metterebbe in campo nei primi 100 giorni?

Nei primi 100 giorni ci saranno moltissime cose da fare viste le condizioni in cui hanno lasciato la Regione, ma inizierei dal primo giorno a cercare tutte le spese da eliminare, a rivedere tutti gli appalti e i loro costi, a spendere in modo corretto i soldi dei cittadini. Nella pubblica amministrazione ci sono enormi sprechi che, se eliminati, libererebbero enormi disponibilità per i servizi. Chiederei poi subito un incontro al governo nazionale per la sanità e la sicurezza. I temi saranno tanti e saranno affrontati tutti. Questa è la mia idea di governo, molto semplice: FARE. Chi fa politica  si è scordato di governare.  Da troppi anni i politici si sono trasformati in abili comunicatori, promettono qualsiasi cosa salvo poi non realizzare nulla di concreto. Per me valgono solo gli obiettivi raggiunti, nella mia vita ho parlato poco e realizzato tanto. Se governo, realizzo. Questa è la mia idea politica.

Sanità, trasporti e lavoro restano i nervi scoperti della regione. Cosa propone di concreto, non in teoria, per migliorare la vita quotidiana dei cittadini campani?

La sanità italiana è in crisi, quella campana è messa peggio. Mancano medici e infermieri e quelli che ci sono fanno enormi sforzi per garantire i servizi, che restano comunque molto carenti. C’è un doppio problema, quello dell’organizzazione e della gestione della sanità regionale e quello legato alla carenza di personale, che è di carattere nazionale. Qui il cane si morde la coda: per questioni di bilancio statale, le assunzioni dei medici si fanno col contagocce, tanti vanno in pensione e quindi il sistema va in affanno. E cosa si fa? Si chiamano i medici a gettone. Due o tre giornate di un medico a gettone possono arrivare a costare quanto lo stipendio di un mese di un medico impiegato. Ha senso non fare assunzioni e poi spendere una marea di soldi pagando il servizio il triplo? Io voglio promuovere un sistema regionale in grado di attirare l’ingresso di giovani medici ed infermieri nelle strutture pubbliche, creando soprattutto le condizioni per farli restare. Con gli stipendi attuali, sempre più giovani medici vanno all’estero o nelle cliniche private per lavorare. Non ce lo possiamo permettere. Chiudo con la gestione regionale: tutti i manager li sceglierò esclusivamente per curriculum e capacità. Zero raccomandati e amici degli amici, zero riciclati. Il sistema funziona in modo proporzionato alla capacità delle persone che lo amministrano.

L’economia locale soffre ancora di troppa burocrazia e poca attrattività. Come pensa di sostenere imprese, turismo e giovani professionisti che vogliono restare in Campania?

La prima cosa che farei è incontrarli e ascoltarli, capire da loro quali siano i problemi veri e specifici nei diversi territori regionali. Sono un imprenditore, ho la loro stessa visione, vivo gli stessi loro problemi con la burocrazia. Si deve semplificare immediatamente, utilizzando tutte le nuove tecnologie a disposizione a partire dall’intelligenza artificiale, eliminando tutte le leggi create ad arte per trasformare i diritti in favori. La Regione deve accompagnare e proteggere imprese e lavoratori, deve creare le condizioni perché chi investe sia agevolato e non bloccato, deve rilanciare nel mondo l’identità campana, fatta di eccellenze in ogni ambito. Questa Regione può essere fra le 4 più ricche d’Italia, ma si devono cambiare amministratori e mentalità. Scegliendo sempre gli stessi, o i loro figli e amici, non cambierà nulla.

“Dimensione Bandecchi” è una lista giovane e fortemente legata alla sua figura. Come garantisce pluralismo e autonomia politica dentro il movimento?

Dimensione Bandecchi è un partito legato alla mia persona perché non voglio condizionamenti e perché mi assumo io le responsabilità mettendoci la faccia. Non mi nascondo dietro le sigle di partito, la mia storia personale parla da sola.  È la mia Dimensione, fatta di idee e capacità realizzative, fatta di persone eccellenti, visione e prospettive ambiziose per la Campania ed il Paese. Pluralismo ed autonomia sono garantiti dal mio essere liberale ma devono andare a braccetto col rispetto totale dei valori scritti nello Statuto, a partire dall’italianità. Questo è un concetto che mi sta particolarmente a cuore: siamo i nostri valori e le nostre tradizioni, dobbiamo riscoprire l’orgoglio di essere italiani e dire chiaramente a chi viene da altri Paesi che siamo accoglienti ma pretendiamo il rispetto della nostra Costituzione e dei nostri valori storici. A questo si aggiunga un cardine: sono un cattolico ma per me la politica deve assolutamente laica, politica e religione viaggiano su binari separati. Vale oggi, dovrà valere ancor più in futuro.

Maria Rosaria Boccia è una delle protagoniste della sua squadra. Come è nata la collaborazione politica tra voi e cosa la convince di lei come candidata al Consiglio regionale?

È nata perché dopo aver conosciuto meglio la sua storia ho conosciuto lei, ho letto la bozza del suo libro sulla vicenda Sangiuliano– che pubblicherò da editore – e ho trovato una persona preparata, arguta, intelligente. Per questo le ho chiesto di candidarsi per la mia lista. Ci ha pensato un po’ e ora è in piena campagna elettorale. È una persona che ha sempre lavorato, che conosce la politica e i meccanismi della burocrazia ed è coraggiosa. Può essere un ottimo consigliere regionale.

C’è molta curiosità anche sul vostro rapporto personale e umano, oltre che politico. Come descriverebbe oggi l’intesa Bandecchi–Boccia?

L’intesa è politica e basata su una condivisione di valori e obiettivi, per costruire un percorso politico serio che possa arrivare in ogni angolo di Italia”

Le sue campagne sono spesso provocatorie e mediaticamente forti. È una strategia per rompere gli schemi o rischia di trasformare la politica regionale in una vetrina personale?

La strategia e la comunicazione studiata la lascio ai signori professioni della politica. Ogni cosa che dicono loro è influenzata dagli algoritmi, è preparata da collaboratori e consulenti per abbindolare la gente. Io dico ciò che penso, sono chiaro, dritto, sono me stesso, piaccia o meno. Qualsiasi cosa io faccia viene strumentalmente trasformata in scandalo, le stesse cose e anche peggio fatte da loro -e quando dico loro mi riferisco ai politicanti di destra e sinistra- tutto trova una giustificazione. Per me lo scandalo è vedere l’Italia ridotta com’è oggi, con le famiglie e le aziende in crisi, i giovani che emigrano, la popolazione che invecchia e le attese mi mesi e mesi per una visita ospedaliera. Lo scandalo è vedere come la Campania sia oggi la terza Regione in Europa a maggior rischio di povertà ed esclusione sociale. La comunicazione dei politici ci porta a dibattere sulle chiacchiere, così ci distrae dai gravi problemi che ogni cittadino vive ogni giorno sulla propria pelle. Io, e spero gran parte dei cittadini, non mi faccio distrarre, guardo solo ai fatti.

In caso di vittoria, quali garanzie può dare ai campani sulla trasparenza e sulla gestione delle nomine Basta vedere Terni, dove amministro città e provincia. Zero raccomandati nei posti di nomina.  Le nomine vanno a chi ha il curriculum e le qualità migliori, perché dai nominati dipendono poi i risultati. E io sui risultati mi gioco la faccia personalmente. Inoltre non ho parenti da sistemare perché campano già benissimo, sono ricco di mio, non ho obblighi elettorali con nessuno e sono una persona a cui non piacciono le imposizioni né gli zerbini. Ho creato, nascendo povero, molte aziende e la mia fortuna è stata quella di aver sempre scelto collaboratori eccellenti che hanno contribuito al successo. Per me il merito è l’unico criterio di selezione.

Se dovesse sintetizzare in un solo gesto o provvedimento il “metodo Bandecchi”, quale sarebbe? E cosa direbbe oggi a un elettore campano ancora scettico sulla sua candidatura?

Lo sintetizzo con una parola: Dimensione. Mi permetterei di fare prima una domanda all’elettore campano scettico: se va indietro negli anni col pensiero, ritiene che si siano fatti passi avanti o indietro in Campania? Sanità, trasporti, sicurezza, lavoro, anziani: è stato fatto tutto bene? Se la risposta fosse sì, Stefano Bandecchi non è il candidato giusto. Se la risposta fosse no, lo inviterei ad approfondire cosa ho fatto da Sindaco a Terni in due soli anni, cosa sto facendo da presidente della provincia, cosa sono riuscito a creare e gestire a livello imprenditoriale: pago 2.500 stipendi ogni mese e ne sono orgoglioso. Dall’altra parte troviamo Fico, simpatico ragazzo ma con zero esperienza amministrativa e lavorativa, che ha praticamente vissuto di politica: anche De Luca – che in teoria lo appoggia – ha espresso fortissimi dubbi sulle capacità di Fico, quindi non serve aggiungere altro. Poi c’è Cirielli che sta seduto in Parlamento da 24 anni e non mi pare abbia fatto cose straordinarie per il popolo campano, viste le lamentele che ascolto ogni giorno da tutte le persone che incontro in Campania.

E poi ci sono io, Stefano Bandecchi, imprenditore prestato alla politica, che da 50 anni lavora 18 ore al giorno 365 giorni l’anno con successo, che è abituato a risolvere i problemi. Questo dovrebbe bastare a dipanare ogni scetticismo, perché la storia personale di noi candidati è chiara e pubblica. Agli elettori chiedo di andare comunque a votare, per chi vogliono, evitando l’astensione. Il cambiamento si ottiene utilizzando la matita nella cabina elettorale e scegliendo con la testa.