Avalanche, Salerno ricorda: 80 anni fa il bombardamento con 500 vittime - Le Cronache
Salerno

Avalanche, Salerno ricorda: 80 anni fa il bombardamento con 500 vittime

Avalanche, Salerno ricorda: 80 anni fa il bombardamento con 500 vittime

Fino a quel momento, in città non si avvertivano particolari preoccupazioni per una guerra già iniziata da tempo in diverse altre parti d’Italia. Gli abitanti erano per lo più tranquilli del fatto che, lì, non vi fossero obiettivi strategici da abbattere. E, invece, il 21 giugno del ’43 Salerno conobbe la Seconda guerra mondiale con un massiccio bombardamento che provocò oltre 500 vittime. Ieri, nel giorno che segna gli ottant’anni da uno degli eventi più tragici della storia cittadina, diverse sono state le iniziative di commemorazione che rientrano nel programma di celebrazioni per l’ottantesimo anniversario dello sbarco degli Alleati che culmineranno nella settimana del 9 settembre prossimo. Nella zona Est di Salerno, ieri mattina, è stata scoperta, in un’iniziativa curata dalla Società Salernitana di Storia Patria, una targa commemorativa sulla strada che, di recente, è stata intitolata proprio alla Vittime del 21 giugno 1943. «E’ una giornata solenne. Abbiamo scoperto questa lapide in ricordo delle oltre 500 vittime del bombardamento che interessò Salerno, città che, fino a quel momento, era ritenuta sostanzialmente sicura per quanto possibile», spiega il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, a margine della cerimonia, ricordando, poi, «il famoso “ciccio il ferroviere”, che era un aereo da ricognizione che sorvolava la città e sembrava quasi una presenza amichevole; in realtà, faceva voli di ricognizione per poi preparare i bombardamenti che sorpresero Salerno in quella tragica giornata”. Alfonso Conte, presidente della Società Salernitana di Storia Patria, ha sottolineato che «il 21 giugno iniziò la guerra a Salerno. Fino a quel momento, era iniziata per chi aveva dei familiari andati fuori a combattere, però a Salerno città non si era visto ancora alcun atto di guerra». «C’era – ha ricordato – questo piccolo aereo ricognitore che, fino a quel momento, non aveva creato problemi. Poi, già nella notte, c’era stata una bomba sganciata sulla stazione, che aveva fatto un morto. Ma i salernitani continuavano a essere ottimisti e pensavano che non ci sarebbero stati problemi particolari. Tant’è che dobbiamo immaginare un giorno come questo di inizio estate e molti stavano al mare». Il bombardamento alle 13.15, dunque, sorprese la popolazione. «I piccoli mezzi di antiaerea – ha aggiunto Conte – funzionarono poco e male e il bombardamento distrusse sia la stazione ferroviaria, dove c’era una importante caserma militare, sia il distretto militare al centro, poi tutta la stazione ferroviaria con la linea ferrata e moltissimi furono gli edifici e oltre 500 le vittime per un ulteriore bombardamento che avvenne durante la notte intorno alle 2». Nel corso della mattinata, si è poi tenuta la passeggiata nei luoghi simbolo del bombardamento nell’area del centro storico intorno a largo San Giovanniello, a cura della Federazione Maestri del Lavoro. Ed è li’ che, alle 13.00, su iniziativa dell’Associazione Avalanche 1943 è stata posizionata una targa commemorativa e, subito dopo, alle 13.15, la sirena antiaerea si è fatta sentire in città, proprio per ricordare quei momenti. Iniziative che creano «un filo rosso – ha detto il primo cittadino – che collegherà altre iniziative relative allo sbarco e al recupero della memoria, memoria che deve essere custodita, ma non come momento museificante, ma come origine di sentimenti e di valori condivisi che ancora hanno bisogno di essere supportati e valorizzati. Soprattutto ora che una guerra investe il cuore dell’Europa con la tragedia dell’Ucraina. Poteva sembrare una cosa remota che un evento arcaico come la guerra potesse investire la civilissima Europa, eppure è successo. Allora, tutti gli aspetti, tutti i valori che vanno dalla resistenza ai valori civili in senso lato devono essere custoditi e rilanciati e devono divenire sempre di più momento di attualità per ciascuno di noi», ha detto infine Napoli.