di Erika Noschese
Salerno Pride è un evento unico nel suo genere. La città, così intrisa di storia e cultura, ma anche di forti tradizioni cattoliche, sembra un luogo improbabile per una tale manifestazione. Negli anni, tuttavia, l’evento è cresciuto, affermandosi come un appuntamento fisso per la comunità LGBTQIA+ della Campania e non solo. Abbiamo ascoltato Emanuele Avagliano, Presidente di Arcigay Salerno “Marcella Di Folco”, per farci raccontare la genesi e l’evoluzione di questo Pride, e per esplorare le sfide e i successi che hanno caratterizzato il percorso di Arcigay Salerno fino a oggi.
Qual è la principale ragione per cui il Pride rimane una manifestazione necessaria nel contesto sociale e politico italiano attuale, soprattutto considerando le recenti evoluzioni normative e culturali?
«Il Pride rappresenta una manifestazione fondamentale non solo per celebrare la diversità, ma anche per rivendicare diritti e visibilità in un contesto sociale e politico che, pur evolvendosi, mostra ancora resistenze significative. Le recenti evoluzioni normative, come la legge sulle unioni civili in Italia, non possono nascondere le discriminazioni e le violenze che ancora affliggono da più parti la comunità LGBTQIA+. Il Pride è quindi un richiamo all’azione, un’opportunità per sensibilizzare l’opinione pubblica e i nostri politici sulla necessità di un cambiamento duraturo e reale di rotta in materia di diritti civili e sulle uguaglianze».
Il Mezzogiorno d’Italia presenta spesso specificità culturali e sociali diverse rispetto al Nord. In che modo queste peculiarità influenzano la battaglia per i diritti LGBTQIA+ e qual è il ruolo specifico del Pride in questo contesto?
«Il Mezzogiorno d’Italia presenta una realtà sociale molto complessa, dove le regole dettate da una cultura patriarcale, ancora ahimè esistente, ostacolano l’accettazione e i coming-out delle varie identità di genere. Queste peculiarità richiedono un approccio mirato nella battaglia per l’avanzamento dei diritti. Il Pride, in questo contesto, diventa un momento di visibilità e di confronto, permettendo di affrontare le specifiche sfide locali e di creare reti di solidarietà e supporto tra le diverse comunità».
Quali sono le sfide più urgenti che le persone LGBTQIA+ affrontano oggi nel Sud Italia e come il Salerno Pride si propone di affrontarle o di dare loro visibilità?
«Nel Sud Italia affrontiamo ancora sfide molto gravi, come discriminazioni, emarginazione e violenze, non solo sessuali. L’accesso a servizi essenziali, come la salute mentale e il supporto legale, è spesso limitato. Il Salerno Pride si propone di dare visibilità a queste problematiche, creando spazi di confronto e supporto, sensibilizzando le istituzioni e instaurando collaborazioni con associazioni locali per migliorare le condizioni di vita della nostra comunità in quella che è la provincia più grande d’Italia, con ben 158 comuni distribuiti sul territorio».
Oltre alla celebrazione dell’identità e all’affermazione dei diritti, quali obiettivi concreti si prefigge il Salerno Pride per la comunità locale e per la società civile in generale?
«Oltre alla celebrazione dell’orgoglio e dell’identità, il Salerno Pride si prefigge obiettivi concreti come l’educazione e la sensibilizzazione della società civile alla cultura dell’uguaglianza, alla promozione di politiche e linguaggi inclusivi e ovviamente provando a rafforzare le reti di supporto tra associazioni ed enti. È fondamentale stimolare un dialogo aperto e costruttivo con le istituzioni, di ogni titolo e grado, per garantire che i diritti della comunità LGBTQIA+ siano riconosciuti e protetti».
Come vede il futuro del movimento Pride nel Mezzogiorno e quali passi ritiene fondamentali per consolidare i progressi raggiunti e affrontare le sfide future?
«Il futuro del movimento Pride nel Mezzogiorno dipende dalla capacità di costruire alleanze solide e di affrontare le sfide culturali e sociali con determinazione. Fondamentale sarà continuare a sensibilizzare, educare e mobilitare le comunità locali, coinvolgendo tutti i settori della società. Solo così possiamo consolidare i progressi già raggiunti e costruire un futuro più inclusivo, giusto e più “rainbow”».
A Salerno è ancora necessario “attendere”, “nascondersi”, “fingere”?
«A Salerno, come in molte altre parti d’Italia e del Mezzogiorno, nonostante il lavoro svolto negli anni, ci sono ancora persone che si sentono costrette ad “attendere”, “nascondersi” o “fingere”. La lotta per la visibilità e l’accettazione è ancora in corso e lunga. Tuttavia, il Salerno Pride, come tutti gli oltre 60 Pride che quest’anno si stanno celebrando nelle piazze del nostro paese, rappresenta un’opportunità per rompere il silenzio e promuovere un cambiamento culturale che permetta a tutti e a tutte di vivere liberamente la propria identità senza paura di discriminazioni o di subire violenze».





