di Francesco La Monica
Circa 75mila persone aiutate in pochi danni. Dati allarmanti quelli forniti dalla Caritas diocesana di Salerno che ha presentato il dossier “La voce dei numeri” che ha analizzato i dati raccolti dai vari servizi della Caritas territoriale sulle maggiori emergenze in termini di povertà, emarginazione e integrazione. «Per aiutare chi è in difficoltà è necessario un centro di ascolto, che deve essere presente in ogni comunità. Un luogo di relazione, fondamentale per aprire il nostro cuore agli altri», ha dichiarato don Marco Russo, direttore della Caritas di Salerno Campagna Acerno, nel corso della presentazione del dossier su povertà e risorse “La voce dei numeri”. All’interno del dossier è presente un’analisi su tutti i dati raccolti dai vari servizi della Caritas effettuati sul territorio sulle maggiori emergenze in termini di povertà, emarginazione e integrazione, che oggi affliggono gran parte della provincia. Attraverso la missione della Caritas diocesana, la Chiesa salernitana ha messo in campo progetti, interventi e strutture al fine di alleviare le sofferenze degli ultimi e dei dimenticati. Inoltre – come svela Don Marco Russo – all’interno del dossier sono riportati tutti gli interventi effettuati e i servizi offerti alla comunità a partire dal 2007: «Nella nostra Diocesi sono state ascoltate, in questi anni, ben 74404 persone, sia italiane che straniere. Il nostro dormitorio, in un anno, ha dato ospitalità per 4150 volte, in cui sono state servite 4319 cene e offerte 4288 docce». Inoltre, nel 2008 è nata la scuola della carità, in cui sono passati oltre 500 volontari desiderosi di dare il proprio contributo. «In un’epoca dove la povertà è in crescita esponenziale, abbiamo l’obbligo di creare sempre più servizi che possano alleviare le sofferenze della comunità – ha poi aggiunto il direttore della Caritas di Salerno – E’ necessario togliere i bisognosi dall’isolamento, perché un problema, se vissuto da solo, diventa un vero e proprio macigno». Presente anche l’arcivescovo di Salerno, Monsignor Andrea Bellandi: «Viviamo una realtà di sofferenza a diversi livelli, molto presente anche nel tessuto della società salernitana. Sofferenza dovuta a molti elementi e dimensioni, come le difficoltà economiche, la solitudine e la difficoltà nel trovare lavoro». Per Bellandi, la Caritas e le istituzioni non possono essere la panacea di tutti mali, ma possono e devono fare la propria parte: «Nel caso specifico, la Caritas deve accogliere e rispondere ai bisogni concreti e alle emergenze umane che, purtroppo, sono all’ordine del giorno». Per l’arcivescovo di Salerno, eliminare «del tutto la povertà è una pura utopia, che diventa dannosa nel momento in cui si intende delegare i problemi alle istituzioni, lavandosi le mani dal bisogno che bussa alla nostra porta». E ancora: «Spesso i problemi derivano anche dalla povertà d’animo e da quella culturale. Questi diversi aspetti di povertà, gioco forza, incidono sui principi umanitari di accoglienza, integrazione e solidarietà sociale», ha aggiunto monsignor Bellandi.