Asl, chiusura indagini. L’inchiesta del Pm Guarriello arriva, secondo fonti della Procura, alla stretta finale. Dopo la notifica agli indagati ci saranno i tempi tecnici prima dell’udienza preliminare con richiesta di rinvio a giudizio. Dopo una serie di laboriose indagini e di interrogatori da parte di alcuni indagati che hanno voluto chiarire la propria posizione, il Pm ha tirato le somme. Secondo l’accusa dirigenti dell’Asl di Salerno e titolari di centri convenzionati avrebbero gestito i fondi dell’Asl destinati ai centri convenzionati dalla Regione Campania e regolati dalla disciplina dei “tetti di spesa” a proprio piacimento, ricavandone vantaggi personali e arrecando, di conseguenza, danni alla pubblica amministrazione in parte già quantificati. In più avrebbero consentito ad alcuni tra i diversi centri di riabilitazione individuati di ottenere rimborsi per prestazioni terapeutiche su pazienti disabili in realtà mai erogate. Un altro capitolo riguarda la vicenda dei decreti ingiuntivi contro l’Asl concordando con i titolari di presunti crediti di non farvi opposizione in tribunale, aggirando così gli ostacoli della legittimazione ad agire ed incassare montagne di danaro che venivano poi in parte retrocesse a chi favoriva questo andazzo. E’ questo, in estrema sintesi, il quadro prospettato dal sostituto procuratore Silvio Marco Guarriello nell’ambito del procedimento penale 10628/15 nei confronti di 36 persone. Un lavoro durato oltre due anni con tanto di richiesta di proroga nella scorsa estate. Figure centrali dell’indagine sono risultate due figure dirigenziali di “peso” negli uffici di via Nizza il direttore del Servizio economicofinanziario e la prima dirigente della Programmazione e controllo committenza poi responsabile del settore Sistema Informativo dell’Asl, all’epoca dei fatti contestati dalla Procura.Sono i due nuclei centrali attorno ai quali orbitano i rimborsi che la regione invia all’Asl di Salerno da distribuire poi alle singole strutture sulla base dei famosi “tetti di spesa. Come è noto risultano indagati anche i vertici dell’azienda sanitaria, attuali e precedenti, altri funzionari Asl più i titolari di diversi centri convenzionati che a vario titolo hanno -avrebbero- beneficiato del sistema che consisteva prioritariamente nel taglio discrezionale del budget a strutture che ne avevano titolo. Le ipotesi di reato sono oltre una decina, tra cui truffa aggravata in danno dello stato, abuso d’ufficio in concorso e peculato.
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