di Andrea Pellegrino
Un doppio emendamento per variare due voci del bilancio di previsione. Il primo riguardo i fondi in ingresso per il Teatro Verdi, il secondo per iscrivere in bilancio il finanziamento (14 milioni di euro) per Piazza della Libertà. Per il resto, anche questa volta, l’atto di previsione 2015, va liscio come l’olio, con il via libera della «maggioranza allargata» targata Napoli. Dopo la lettura della relazione dell’assessore al bilancio Alfonso Buonaiut,o il dibattito politico si è incentrato quasi esclusivamente sulla rinnovata delibera che mette a bando alcune aree pubbliche cittadine, alcune delle quali già oggetto di contenzioso amministrativo innanzi al Tar di Salerno con tanto di sentenza cautelare che ha “congelato” le vendite. Si tratta, nello specifico, di Piazza Mazzini (l’altro lato di piazza della Concordia, per intenderci), via Vinciprova ed ex Cementificio. Aree che, secondo l’originaria idea di Vincenzo De Luca, sarebbero dovute essere cedute ai privati per la costruzione dei soliti “palazzoni” fronte mare. Una operazione bloccata dai giudici amministrativi che torna alla ribalta, per soli fini economici, con un nuovo atto deliberativo ieri approvato dal Consiglio comunale. Certo è che, per quanto concerne piazza Mazzini, via Vinciprova ed ex Cementificio, fino a quando non si pronuncerà il Tar non si muoverà foglia. Ma poco importa, considerato che la presunta vendita sarebbe stata iscritta in bilancio. Poi a consuntivo si vedrà. Peppe Zitarosa, consigliere comunale di Forza Italia, spiega: «Avrei votato sì se non fosse per la vendita di Piazza Mazzini. In questo caso sono contrario alla realizzazione di un palazzo in quella zona. Per quanto riguarda le altre aree sono favorevole alla cessione». Raffaele Adinolfi (Forza Italia), invece, rincara la dose sull’argomento: «Chissà se è rimasto qualcuno di sinistra in maggioranza, considerata la svendita delle aree pubbliche che fanno». Da Roberto Celano l’accusa a Vincenzo De Luca: «Aveva annunciato di ritirare la vendita di Piazza Mazzini ed invece è ricomparsa nuovamente. Si costruiscono ancora residenze private, allorquando Salerno negli ultimi 10 anni ha perso circa 10.000 residenti. La nuova “ondata” speculativa, che speriamo resti solo sulla carta, sarà resa possibile dal voto favorevole dei consiglieri di maggioranza e dal voto di astensione di taluni consiglieri eletti nelle fila dell’opposizione. Loro è la responsabilità di una scellerata operazione di cementificazione selvaggia che sta “consumando” l’intero territorio ancora libero in città ed utilizzabile per dare una identità produttiva e definita a Salerno. Noi abbiamo proposto la realizzazione di un polo fieristico, invece che di palazzi, alcuni dei quali già in costruzione, nella zona del Volpe che consentirebbe di attrarre turisti e creare occupazione stabile in città». Antonio Cammarota, invece, ricorda che su quell’area insiste anche un altro progetto: «A firma di Aniem che riguarda la riqualificazione di tutta la zona». Ma alla fine anche questo provvedimento è passato senza problemi all’esame del voto dell’aula. Così come tutto il resto, compreso naturalmente il bilancio di previsione.