È un mese che Antonio Siniscalchi, già procuratore generale aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, ci ha lasciati. La sua improvvisa scomparsa ha aperto un grande vuoto tra i familiari, gli amici, gli operatori del diritto di più generazioni e anche tra i tanti amici e conoscenti della Valle dell’Irno e dell’Agro Nocerino-Sarnese.
Nativo di Nocera Inferiore, il giudice Siniscalchi risiedeva, ormai dalla fine degli anni ’60, a Baronissi, dove è sempre apparso come un punto di riferimento per la sua cultura e una naturale disponibilità verso gli altri. Non ha mai fatto mancare un amichevole consiglio a quanti si rivolgevano a lui per esternargli un problema, un’angoscia, un’apprensione. Uomo di grande rigore e di severi studi, continuati anche dopo il pensionamento per una consolidata attitudine all’aggiornamento professionale e culturale, non nascondeva la sua anima “artistica”, la sua passione per la musica, in particolare per la tradizione classica napoletana. Indimenticabili le serate tra amici nella sua antica casa di famiglia. Non disdegnava di esibirsi al piano e nel canto, con un istrionismo simpatico e lieve che contagiava e aggregava.
Fiero della tradizione giuridica familiare, ha sempre coltivato i rapporti con la sua Nocera Inferiore, un’area che negli ultimi tempi era per lui affollata di incancellabili ricordi giovanili, che la sua aneddotica riproponeva con linguaggio sempre denso e colorito: dagli anni difficili del dopoguerra alla ripresa del discorso democratico, alle insidie della vecchia criminalità, allo studio severo per la preparazione al concorso in magistratura, ai tanti personaggi che affollavano la scena della vita nocerina, rievocati con arguzia e senso della comunità.
Antonio Siniscalchi, dopo i molti anni di lavoro presso le Preture di San Cipriano Picentino e Mercato S. Severino, aveva rivestito importanti ruoli presso la Corte d’appello di Potenza e la Procura generale di Salerno, prima di approdare in Cassazione come Sostituto procuratore generale e poi come Avvocato generale. Ruolo, quest’ultimo, ricoperto con un rilevante ampliamento di funzioni, sia come Dirigente e Coordinatore generale dell’intero servizio disciplinare sia, contemporaneamente, con l’incarico prestigiosissimo della Dirigenza del Servizio Penale, esercitando così, concretamente, le funzioni di Procuratore Generale Aggiunto. Nell’ambito di questi delicati incarichi ricevuti negli ultimi anni di servizio, si occupò, inoltre, della sorveglianza sul Procuratore Nazionale Antimafia e sulla relativa Direzione Nazionale Antimafia.
Nel periodo in cui ha esercitato la pubblica accusa in Cassazione, gli sono stati affidati i più difficili casi. Tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000, curò, tra gli altri, clamorosi processi che videro imputati Berlusconi, Mannino, Previti e il suo collega Corrado Carnevale.
La centralità del ruolo non ha mai distolto il presidente Antonio Siniscalchi dall’ascolto degli umori della comunità nella quale ha vissuto: un ascolto umile, attento, partecipato, che conquistava gli altri sul piano di sentimenti discreti ma profondi di appartenenza e di condivisione.
Oggi, alle ore 19, il procuratore Siniscalchi sarà ricordato con una messa di suffragio presso la chiesa di Maria SS. di Costantinopoli in Baronissi.
Rinnoviamo le espressioni del nostro cordoglio alla vedova Rosa Cuoco, ai figli Silvia ed Enrico, al fratello Peppino, al genero Andrea Manzi e alla nuora Clorinda Sonderegger.