di Erika Noschese
Al via i vaccini nelle aziende. Il governo nazionale ha infatti raggiunto un accordo con imprese e sindacati per potenziare la campagna nazionale. Un accordo raggiunto al termine di un confronto durato ben sette ore tra il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, il ministro della Salute, Roberto Speranza, i leader delle associazioni datoriali e i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e che prevede, di conseguenza, l’aggiornamento del protocollo per la sicurezza ed il contrasto al Covid-19. Un canale, quello aziendale, parallelo alla rete ordinaria e non già una procedura alternativa: costituirà infatti, si legge nel protocollo, un’attività di sanità pubblica nell’ambito del Piano strategico nazionale per la vaccinazione anti-Covid-19 predisposto dal Commissario Straordinario. E non si tradurrà in norme vincolanti: presupporrà l’adesione volontaria dei datori di lavoro e dei lavoratori. Tutte le aziende potranno candidarsi liberamente; non è previsto nessun requisito minimo di carattere dimensionale così come la vaccinazione sarà offerta a tutti i lavoratori, “a prescindere dalla tipologia contrattuale”. Se la vaccinazione verrà eseguita in orario di lavoro, prosegue il Protocollo, il tempo necessario “sarà equiparato a tutti gli effetti all’orario di lavoro”. Esclusa inoltre espressamente la responsabilità penale degli operatori sanitari per eventi avversi nelle ipotesi di uso conforme del vaccino mentre i costi per la realizzazione e la gestione dei piani aziendali, inclusi quelli per la somministrazione, “sono interamente a carico del datore di lavoro” mentre sarà a carico dello Stato la fornitura dei vaccini, dispositivi per la somministrazione (siringhe/aghi) e la messa a disposizione degli strumenti formativi. “Vaccini 24h, in ogni momento e in ogni dove”, ha dichiarato Antonio Cammarota, attuale presidente della commissione Trasparenza al Comune di Salerno che evidenzia comunque una responsabilità del datore di lavoro che risulta: “Credo vada nella giusta direzione ma servono i vaccini, occorre pensare di farlo in tutti i luoghi possibili per non perdere altro tempo”, ha aggiunto Cammarota che ribadisce la necessità di favorire i privati. “C’è una ciclicità, tra richiamo e probabilmente la necessità di rifarlo dopo mesi – ha aggiunto Cammarota – Bisogna creare punti vaccinali ovunque, utilizzando le strutture dei privati come Humanitas ed altri”.