Si parla di un tema attualissimo in forza dei mutamenti tecnologici e dell’innovazione scientifica che ci impongono – magistrati, avvocati e accademia – di testare la persistente vitalità e attualità dell’attuale sistema delle prove, costruito tanti anni fa ormai, nell’88, quando alcuni alcuni progressi tecnologici scientifici non erano nemmeno immaginabili”. Così il presidente dell’associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia parlando della prova nel processo penale a margine di un convegno organizzato a Salerno. “Questi progressi tecnologici comportano maggior pericolo per le sfere di libertà dei soggetti, la prova si fa sempre più invasiva e sempre maggiori capacità di raccolta massiva di dati sensibili, di intrusione nelle sfere di libertà dei soggetti. Quindi bisogna ricalibrare in modalità di intervento, proporzionalità dell’intervento e probabilmente riflettere sull’aumentare eventualmente spazi di giurisdizionalità e di controllo sui meccanismi di prova”. Un tema, quello della prova nel processo penale, che è alla base della due giorni organizzata dal Lapec (Laboratorio Permanente Esame e Contro Esame) e che, come ha spiegato il segretario nazionale Giovanni Sofia, si chiuderà “con la presentazione di un articolato redatto dalla commissione esame e controesame che è frutto di un lavoro fatto dai vari soggetti processuali”. Argomenti che, secondo Sofia sono “di estrema importanza e interesse per chi ogni giorno vive le aule di udienza. Il tema dell’imputabilità è legato a sua volta agli enormi progressi che stanno facendo le neuroscienze che ci consegnano nuove visioni sulla imputabilità. È un tema delicatissimo in cui non posso azzardare conclusioni e anticipazioni, dobbiamo confrontarci”, continua il presidente e Santalucia rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano di una possibilità di rivedere la norma legata all’imputabilità dei minorenni. “Recentemente ne abbiamo fatto un incontro in Corte Cassazione con psichiatri per verificare se siano ancora valide le categorie su cui il codice del ’30 ha costruito l’imputabilità, alcuni progressi sono stati fatti dalla giurisprudenza. Certo – ha aggiunto – la soglia di maturazione psicologica, psicofisica che poi determina l’imputabilità è scelta assai delicata, ma tutto è interamente rimesso al legislatore”. “I problemi della modernità sono tanti e complessi e ci pongono di fronte a sfide importanti. L’immigrazione è oggi il terreno su cui si verifica questo scontro, che per noi non è uno scontro, quanto il subire una ingiustificata non accettazione di alcune decisioni giudiziarie”. Lo ha detto in conclusione Giuseppe Santalucia.. “Mi rendo conto che l’immigrazione è un fenomeno assai complesso, la politica deve poterlo gestire. Quello che diciamo noi è che ogni gestione del fenomeno migratorio deve rispondere alla tutela di alcuni diritti fondamentali e sono fondamentali nella misura in cui non sono comprimibili e la giurisdizione è lì per tutelarli. Si abbasseranno i toni? Io lo spero vivamente”.
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