Secondo week end del cartellone firmato da Enzo Marangelo che accende i riflettori su come sia nata la politica. Il docente di Lingua e Letteratura greca del nostro ateneo, chiuderà, sabato la sezione politica di Lustri cultura in dies a Palazzo Macchiarelli
di Olga Chieffi
E’ il momento della politica a Lustri Cultura in dies. Venerdì 1 luglio, alle ore 19:00, presso la Sala Maggiore di Palazzo Machiarelli, in Montoro si apre la nuova sezione curata Gigi Spina, Tre gli appuntamenti firmati Lustri Cultura in dies, progetto realizzato dall’Associazione Culturale Hypokritès Teatro Studio per la direzione artistica di Enzo Marangelo giunto alla sua VII edizione. Come già avvenuto per la sezione Etica, Lustri propone i prossimi incontri in una modalità di fruizione diversa dagli anni precedenti, che prevedeva gli appuntamenti di ciascuna sezione diluiti nel tempo e intervallati tra di loro. In questa edizione, per ogni tematica il dibattito si sviluppa in maniera continuativa nei tre appuntamenti i quali si concentrano in ventiquattro ore. Le tre comunicazioni forniranno tasselli per costruire una possibile risposta alla domanda intorno a cui si organizza l’intera sezione Politica: “Come è nata la politica?” Un interrogativo che pone al centro della riflessione la relazione tra politca e collettività, e riguardo alla quale riportiamo le parole dello stesso curatore: «la Politica, in genere con la P maiuscola, fin quando non si rende minuscola da sola, è attività fondamentale del genere umano. Si dovrebbe sapere cos’è, anche senza definirla con precisione, e la si può amare (certo, senza esagerare), detestare, rimanerle indifferenti. Ma per capirne meglio la funzione converrà cercare l’origine del suo nome, seguirne i primi passi, almeno nel mondo antico occidentale, fra Grecia e Roma, così da potere apprezzare (o anche disprezzare) meglio gli inevitabili cambiamenti e i diversi problemi con cui si presenta ai giorni nostri, oltretutto così complicati e drammatici». Da questa considerazione parte il primo incontro venerdì su Mitologia e politica (sul Protagora di Platone), in cui la prof.ssa Lidia Palumbo, docente di Storia della filosofia antica presso l’Università “Federico II” di Napoli, parte dal mito delle origini, attraverso il racconto che ne fa Protagora, nel dialogo platonico che porta il suo nome, e accompagnerà il pubblico attraverso la spiegazione, e le letture di Piera De Piano dell’ Hypokritès Teatro Studio, delle varie fasi degli interventi di Epimeteo e Prometeo, che tentano di provvedere a una vita sostenibile delle prime comunità umane. Il giorno successivo, alle ore 11 la sezione prosegue con Come son giuste le elezioni sul Commentariolum petitionis di Quinto Tullio Cicerone, in cui il prof. Gigi Spina (Centro Studi AMA – Siena) prosegue l’esegesi politica nella fase più avanzata della vita politica romana, che si costituisce in res publica, tramite il commento e la messa in scena, insieme a Enzo Marangelo dell’Hypokritès Teatro Studio, del Commentariolum petitionis, un trattato/lettera del fratello di Cicerone, Quinto Tullio, che si configura come una straordinaria messa a punto sulla scelta dei governanti, attraverso le elezioni – la petitio- da studiare per cogliere differenze e possibili echi nel mondo moderno. A concludere la sezione Politica, alle ore 19, sarà Consigli ai politici (su alcuni trattati plutarchei) del prof. Angelo Meriani, docente di Lingua e Letteratura greca, presso l’ Università degli Studi di Salerno, che guida la riflessione attraverso lo sguardo degli intellettuali greci, che partecipano attivamente alla vita politca dell’impero romano. Fra questi Plutarco, scrittore a tutto campo, che dedica molte riflessioni alla vita politica e ai politici. Angelo Meriani commenterà i testi più interessanti del corpus plutarcheo, con letture di Mario Paesano degli Hypokritès Teatro Studio, facendo intravedere alcune caratteristiche del tempo che sembrano proiettare la loro influenza fino alle esperienze contemporanee. Ci piace pensare che Angelo Meriani da musicista possa citare il Plutarco delle immagini musicali per la vita politica, quelle costruzioni metaforiche che sfruttano ogni singolo aspetto della comparazione ‘Stato = armonia’, già da lungo tempo viva nella tradizione greca quella secondo cui il perfetto accordo delle componenti di uno Stato corrisponde ad una armonia musicale. Dall’equivalenza fra ‘buon governo’ e ‘harmonia’, deriva ovviamente quella fra i rispettivi autori dell’una e dell’altra: il ‘buon governante’ (rispettoso delle leggi) e il ‘ buon musico’ (rispettoso delle leggi della musica). Sia il politico, sia il musico, infatti, operano su una molteplicità di enti che devono ricondurre ad unità nel rispetto delle regole proprie di ciascun ambito: l’unica differenza è nel fatto che il politico agisce sulla multiforme varietà dei soggetti politici, laddove il musico riconduce ad un’unica melodia il gran numero di note, di ritmi, di timbri, di cui si compone una melodia.