di Mario Marrone
Dopo che varie Amministrazioni comunali interessate dal provvedimento sono scese in campo per convincere chi di competenza a ritornare sui propri passi facendo si che i 12 Comuni sottratti alla competenza del presidio sanitario del San Luca di Vallo della Lucania attribuendolo a quello di Eboli per quanto concerne l’emergenza cardiologica, resti una evenienza da non cancellare secondo il Piano sanitario, oggi tocca ai sindacati alzare la voce e spiegare i motivi per non incorrere in una illogica e inopportuna evenienza. A prendere la parola per pronunciare parole in difesa del San Luca è il delegato sindacale Adriano Cirillo che rappresenta il Nursind, l’organizzazione che rappresenta le professioni infermieristiche. In una nota il sindacalista premette che da decenni l’ospedale di Vallo rappresenta un riferimento per un’ampia platea di utenza nel Cilento e Vallo di Diano anche e sopratuto per le emergenze cardiologiche. Se dovesse avverarsi quanto prospettato nel nuovo Piano ospedaliero trasferendo ad Eboli le competenze si verificherebbe un decremento di 40.000 persone che se colte da malore impiegherebbero più tempo ad arrivare all’ospedale di Eboli.
Cirillo nel suo comunicato non si limita alle parole ma fornisce anche calcoli temporali in merito alle percorrenze “Ma perdere utenze- continua Cirillo- significa anche un rischio di depotenziamento per il San Luca poiché fra qualche anno in Regione qualcuno potrebbe trovarsi a discutere di dati in un ospedale in cui l’utenza non sarà sufficiente a tenerlo a certi livelli di inquadramento giuridico e si rischia di perdere il Dea di primo livello. E’ lecito preoccuparci perché si stanno creando le condizioni che ci condurranno verso un abbassamento de livelli assistenziali del nosdtro territorio Bisogna difendere il nostro diritto alla salute e proponiamo che sia indetta una Conferenza dei servizi per la la rimodulazione della rete cardiologica in Campania”.