Anche il Consiglio di Stato dice no a Mutalipassi - Le Cronache
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Anche il Consiglio di Stato dice no a Mutalipassi

Anche il Consiglio di Stato dice no a Mutalipassi

Altra porta in faccia per l’amministrazione agropolese e per l’ormai ex sindaco Roberto Antonio Mutalipassi. Il Consiglio di Stato, a cui era stato fatto ricorso contro la sentenza del Tribunale Ammnistrativo Regione sezione staccata di Salerno, ha rigettato la richiesta di sospensiva dell’annullamento dei verbali di proclamazione.

I giudici romani hanno ritenuto inammissibile il ricorso dell’ex primo cittadino dando così il via libera al commissariamento della città ed hanno posto la discussione al 14 di novembre. La parola adesso passa al prefetto Francesco Esposito che dovrà decidere il nome di chi traghetterà l’ente fino alle elezioni, le cui modalità verranno ufficializzate con la pubblicazione delle motivazioni attesa la prossima settimana.

«Sorrido, altra vittoria – le parole a caldo del ricorrente Raffaele Pesce – il dispositivo del Tar non viene considerato esecutivo da chi però lo impugna al Consiglio di Stato per gli effetti: quante contraddizioni. Appello rigettato, inammissibile. Io continuo a mantenere la posizione del rispetto delle istituzioni e del rispetto del prossimo, nella realtà non a parole. Su alcune deliranti farneticazioni – termina – non ritengo neppure di soffermarmi».

Nel merito, interviene anche la politica: «È la conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che la vittoria alle passate elezioni comunali non è stata caratterizzata dalla trasparenza – dice il deputato di Noi Moderati Pino Bicchielli – attendiamo ora il Prefetto che dovrà nominare il Commissario per poi capire in quali sezioni si tornerà al voto. Intanto, portiamo avanti il nostro impegno per avere, già dalle prossime tornate elettorali, presidenti e segretari di seggio capaci e professionali affinché quanto accaduto ad Agropoli non accada più». C’è poi spazio per una stoccata ad Elvira Serra e a Bruno Bufano, seppur il parlamentare non li citi esplicitamente: «Dispiace per chi ha scelto di salire sul carro di chi sembrava essere vincitore, tradendo i suoi elettori, tanto da candidato sindaco quanto da candidato al consiglio comunale ma noi non ci arrendiamo e portiamo avanti la nostra battaglia per la trasparenza e la legalità».

Dice la sua anche il senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone: «Veramente ridicolo ascoltare certe argomentazioni e vedere come l’amministrazione comunale di Agropoli cerchi anche di resistere in giudizio. Dovrebbero solo chiedere scusa e scomparire. In 19 sezioni su 21 sono state riscontrate gravi anomalie e parlano pure. Dovrebbero lasciare la vita pubblica per sempre per indegnità politica. Il Consiglio di Stato ha respinto anche il loro ricorso inaudita altera parte – chiosa – il comune deve essere sciolto e tornare alle urne».

Parole forti anche dal coordinatore cittadino di Forza Italia Emilio Malandrino: ««Perseverare alla continuazione dell’azione amministrativa rasenta davvero ogni limite di legge, di opportunità di buon senso e di rispetto verso l’intera comunità agropolese – attacca – è ora di raccogliere i propri effetti personali, se qualcuno li avesse lasciati nelle stanze del Municipio, e di andare a casa». E dunque continua l’attesa ad Agropoli per il futuro della città e della vita amministrativa.