Alfieri e il Comune di Capaccio - Le Cronache Attualità
Attualità Capaccio Paestum

Alfieri e il Comune di Capaccio

Alfieri e il Comune di Capaccio

di Erika Noschese

Un tradimento, un colpo di teatro, un piano studiato a tavolino con, dietro, la regia del “grande capo”. Resta avvolta nel mistero la decisione della giunta comunale di Capaccio Paestum di costituirsi parte civile al processo “Sistema Cilento” che vede tra gli imputati il sindaco e presidente della Provincia di Salerno Franco Alfieri. Molti, oggi, sembrano quasi increduli di fronte alla scelta dell’amministrazione e se qualcuno parla di “tradimento” tanti altri ipotizzano un piano studiato a tavolino, con Alfieri ben consapevole di quanto sta accadendo all’interno del Palazzo. Al momento, Alfieri arriverà all’udienza del 4 febbraio da presidente e primo cittadino sospeso, verosimilmente sarà la Cassazione a decidere il suo futuro. Secondo le ultime voci, infatti, solo dopo la sentenza del 14 febbraio, l’ex braccio destro del presidente De Luca scioglierà le riserve e se l’esito dovesse essere negativo lascerà Palazzo Sant’Agostino e il Comune. «È ormai evidente, anche agli irriducibili, che questa amministrazione sia al capolinea. Hanno retto in questi mesi tirando in ballo le motivazioni più disparate, dal “dovere morale” di non lasciare la città in balia degli eventi, alla necessità di approvare quel piano di riequilibrio che ci dovrebbe salvare dal dissesto di bilancio, a un non meglio precisato “senso di responsabilità” verso non si sa chi o cosa. Come se le difficoltà che oggi ci troviamo ad affrontare non siano la conseguenza di scelte scellerate e irresponsabili che gli stessi, in questi cinque anni, hanno condiviso, sostenuto e difeso. Come se bastasse una presa di distanza, ancorché oltremodo tardiva, per scaricarsi la coscienza e, casomai, riproporsi alla comunità come il nuovo che avanza, quella classe dirigente preparata e responsabile di cui Capaccio Paestum ha bisogno per risollevarsi», ha dichiarato il consigliere di minoranza Emanuele Sica, già candidato alla carica di primo cittadino alle passate comunali. «Ieri (martedì per chi legge, ndr) è andato in scena l’ultimo atto di questo triste spettacolo a cui stiamo assistendo da 4 mesi: la Giunta, all’unanimità, ha deliberato l’avvio della procedura per la costituzione di parte civile del Comune nel processo penale che vede imputato, tra gli altri, il Sindaco Alfieri. Che sia un atto dovuto o meno, sotto il profilo amministrativo, che sia l’ennesimo colpo di teatro o solo una fantasiosa exit strategy dal cul-de-sac politico in cui si trovano, al netto di qualsiasi altra analisi o valutazione, l’unico aspetto che risalta in questa vicenda, sia per forma che per sostanza, è l’innegabile presa di distanza e la chiara sfiducia nel suo operato da parte della Giunta verso il Sindaco – ha aggiunto Sica – Un atto dalla forte valenza politica a cui dovrebbero fare seguito, almeno per coerenza, le immediate dimissioni dal relativo incarico di tutti gli assessori. Così come il Sindaco dovrebbe ormai prendere atto della sfiducia da parte del suo esecutivo e rassegnare le proprie dimissioni. Tuttavia, ancora una volta, coloro che continuano a pagare per questo spettacolo indecente sono i cittadini e la Città di Capaccio Paestum. Spero davvero che questi siano i titoli di coda!». Ad insorgere anche Donato Maiese, consigliere comunale di Novi Velia: «Quello che sta accadendo nel Comune di Capaccio Paestum e nel PD provinciale è semplicemente inaudito. La Giunta Comunale ha deciso di costituirsi parte civile nel processo contro il Sindaco, attualmente agli arresti domiciliari dal 4 ottobre 2024 e ancora in carica, nonostante sia anche Presidente della Provincia di Salerno! Nel frattempo, le istituzioni sono paralizzate: sia la Giunta comunale che la Presidenza della Provincia sono guidate da Facenti Funzione, mentre chi dovrebbe dare le dimissioni si aggrappa alla poltrona», ha detto Maiese, facendo riferimento anche alla spaccatura interna al PD e che si è acuita in occasione delle elezioni per la nomina del Presidente della Comunità del Parco Nazionale del Cilento: «Lo stesso partito ha presentato due candidati contrapposti, uno dei quali sostenuto dal centrodestra! Tutto questo mentre un parlamentare del PD organizzava un pranzo per sostenere uno dei candidati, escludendo i dissidenti. Il Segretario Provinciale del PD ha avuto il coraggio di offendere i sindaci che non si sono piegati alle decisioni imposte dall’alto, chiamandoli “allocchi”! – ha aggiunto Maiese – Basta con la politica delle clientele e degli interessi di partito! Basta con gli amministratori che comandano invece di servire il territorio! Basta con la gestione del potere a vantaggio di pochi, mentre il nostro territorio sprofonda nel degrado economico, sociale e culturale! Chi governa oggi si crede intoccabile, ma il caso di Capaccio Paestum dimostra che anche i più forti possono cadere. E quando succede, gli amici della “politica delle fritture di pesce” sono i primi a scappare. Questo sia da monito a chi oggi pensa di poter gestire il potere senza rendere conto ai cittadini!».