di Erika Noschese
«Ho scelto di candidarmi dopo le delusioni di questi ultimi tempi». Con queste parole Alessio Feniello, papà di Stefano, il giovane originario di Valva che ha perso la vita nella tragedia di Rigopiano, annuncia la sua candidatura alle prossime elezioni europee con Forza Nuova, il partito di estrema destra guidato a livello nazionale dall’onorevole Roberto Fiore. Feniello è candidato in 5 regioni, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Campania e sembra deciso più che mai a conquistare Strasburgo per «combattere le ingiustizie e contro questo Stato negligente». Il papà del giovane salernitano morto a causa di una slavina che colpì l’hotel Rigopiano non risparmia accuse a Fratelli d’Italia, reo a suo dire, di aver «sfruttato il mio nome, la mia persona, la mia disgrazia per raccogliere voti». I militanti del partito di Giorgia Meloni hanno infatti avviato una raccolta fondi, nonostante il parere contrario dello stesso Feniello, per permettere al padre di Alessio di pagare la multa, condanna giunta qualche mese fa per aver portato dei fiori sul luogo della tragedia, area sottoposta a sequestro. «Fratelli d’Italia ha preso in giro me e il mio legale». Dopo aver depositato l’assegno presso lo studio di un notaio per poi scoprire che quei soldi sarebbero dovuti rientrare in possesso del partito in quanto utilizzabili solo per pagare la multa. Sanzione che Feniello non è intenzionato a pagare in quanto ha già presentato il ricorso presso gli organi competenti .«Hanno preso in giro il popolo e la mia persona, stiamo pensando di querelare Fratelli d’Italia – ha poi detto il candidato alle prossime elezioni europee – Forza Nuova mi sembra un partito composto da persone che combattono contro il sistema, senza alcuno scopo. Ringrazio ForzaNuova che ha preso in considerazione la mia battaglia e hanno proposto la mia candidatura». Per il parlamento europeo Feniello, nato a Valva, in provincia di Salerno, sembra avere le idee chiare e il suo obiettivo è già prefisso: combattere le ingiustizie e uno Stato, a suo dire, negligente per evitare che altre persone possano trovarsi nelle sue stesse condizioni.