Al Conservatorio “G.Martucci” verrà inaugurata stamane una masterclass con Alexander Romanovsky che il 7 passerà il testimone alla V edizione di PiaNoStop dedicata a Johann Sebastian Bach e a Sergej Rachmaninov
Di Olga Chieffi
Ritornano da stamane le giornate dedicate al pianoforte, promosse dal Conservatorio “G.Martucci” di Salerno. Da stamane al nove giugno, si passerà dall’alta formazione con una masterclass affidata ad Alexander Romanovsky, un pianista dai grandi mezzi tecnici e dalla sensibilità inquieta, virtuoso di prim’ordine soprattutto, per la spavalderia con cui affronta i passaggi più impervi, la chiarezza, dell’articolazione, il controllo e la precisione dell’esecuzione, in particolare per la scuola russa, all’ happening con la maratona PiaNoStop che prenderà il via il 7 giugno alle ore 18,30 nella chiesa di San Giorgio. Due i compositori principali su cui riflettere e approfondire ricerche e intuizioni, Johann Sebastian Bach e Sergej Rachmaninov, un confronto che sembra lontano, ma che avrà, come ascolteremo, convergenze e divergenze. Nelle pagine di Bach e di Rachmaninov troviamo da parte del genio tedesco, la smisurata ampiezza della sua sensibilità, dei suoi interessi, della sua onnisciente comprensione della musica e, della vita. L’umano dolore si fonde con la speranza rischiarata dalla fede, la scienza musicale più severa si allea con le emozioni più profonde. In Sergej Rachmaninov siamo in grado di toccare la capacità della musica di parlare al cuore, trasformata in una vera e propria liturgia delle emozioni, all’incrocio tra la sfera del sacro, del visionario e del primitivo. Pagine misteriose e avvincenti che sembrano quasi anticipare le intuizioni del filosofo Jean-Paul Sartre, che avrebbe descritto le emozioni come una sopravvivenza, nell’uomo moderno, di un modo di sentire il mondo ancora legato alla magia. Al seminario che aprirà anche ai compositori che popolavano i dintorni spaziali e temporali dei due autori principali, parteciperanno Davide Cesarano, Giovanna Basile, Lorenzo Villani, Vittorio Bonanno, Cristiano William Pio, Gianantonio Frisone, Carmine Ricco, Federico Cirillo, Luigi Merone, Carmen D’Antonio, Luca Apicella, Claudio Amitrano, Alessandro Volpe, Leonardo Di Luccia, Samuele De Stefani, Emanuel Lamura e Michele Pinto. A questi talenti, si aggiungeranno per le tre giornate di PiaNoStop, i pianisti Gaia Brunetti, Alberto Cucino, Fausta Gallo, Vincenzo Silvestro, Cinzia Russo, oltre ad un momento particolare che vedrà in apertura la partecipazione straordinaria di Alexander Romanovsky e Nicola Hansalik Samale, impegnati in una conversazione impossibile curata da Imma Battista. Se l’idea di questo happening si deve alla visione di Tiziana Silvestri, che ha voluto all’opera per le note di sala gli allievi del dipartimento di musicologia con le loro esperte docenti De Falco e Di Giuseppe, e i rappresentanti del magistero pianistico Dario Candela, Costantino Catena, Salvatore Giannella, Patrizio Orazzo, la stessa Tiziana Silvestri, Giuseppe Squitieri, Marzia Tramma e Massimo Trotta, hanno preparato i loro studenti a questa non facile prova di confronto con un pubblico esigente. Ogni volta che ci si asside al pianoforte, per studiare, si sa bene cosa si vuole ottenere in quella sessione di studio e non ci si alza dalla panchetta fin quando non si riesce a comunicare, attraverso le proprie dita sulla tastiera la personale visione del brano. I maestri hanno insegnato proprio questo ai loro allievi a pensare da artisti, ovvero a far sfuggire l’ossequio alla tecnica, per corteggiare l’ignoto che la musica stessa prefigura nello specchiare, quando vuole, solo se stessa, il proprio intrinseco virtuosismo, in quel misto di alterezza e di infinita umiltà.