di Arturo Calabrese
È terminato il riconteggio delle schede elettorali di Agropoli relativo al voto del 12 giugno scorso. Le operazioni si sono concluse nella giornata di ieri in Prefettura a Salerno e ciò che trapela dalle stanze di Piazza Giovanni Amendola ha del surreale. Sembrerebbe infatti, ovviamente è tutto da confermare, che solo in una sezione manchino ben tredici schede che sembrerebbero essere state convalidate e votate ma che non risultino poi nelle urne. Questo accade sono in uno dei ventuno seggi in cui è divisa Agropoli, ma sembrerebbe che tante altre incongruenze siano risultate durante le operazioni. Per avere un quadro più chiaro, si deve attendere la relazione del vice prefetto, colui che fisicamente ha guidato le operazioni, che dovrebbe arrivare nel corso della prossima settimana. «Chiuse le operazioni di verifica in Prefettura – spiega Raffaele Pesce – quando in un seggio mancano tredici schede elettorali, autenticate e votate, è inutile parlare di colpa o dolo, è inutile proprio parlare. Un esempio a caso, uno per tutti. La democrazia è fatta di responsabilità – chiosa – ed io ho cercato semplicemente di onorarle». Dunque tra qualche giorno si potranno avere maggiori dettagli sulla situazione, ma ad essere importante è il fatto che la relazione in oggetto sarà consegnata al Tribunale Amministrativo Regionale. I giudici della sezione di Salerno, nell’udienza dell’8 febbraio prossimo, dovranno decidere cosa accadrà ad Agropoli.
L’antefatto
In seguito alle elezioni del 12 giugno, la commissione elettorale ha evidenziato come ci fossero delle “gravi incongruenze”. Parole, pronunciate dal presidente, sulle quali il consigliere di minoranza Raffaele Pesce ha voluto vederci chiaro. Con i suoi legali, è riuscito a trovare le famose incongruenze studiando i verbali e da qui il ricorso al Tar. Il tribunale ha accolto il ricorso e ha dato mandato alla Prefettura di ricontare le schede e ieri il riconteggio si è concluso.
Gli scenari
Tanti e molto diversi tra loro sono gli scenari che si prospettano per Agropoli e stando a quanto trapela nessuna di esse è più remota. Si potrebbe tornare alle urne con l’annullamento totale delle scorse elezioni e con gli stessi schieramenti (seppur pare che molto sia cambiato con alcuni esponenti dell’attuale minoranza che si sarebbero fatti vicini alla maggioranza) di giugno, ma si potrebbe anche decidere per il voto solamente nelle uniche sezioni dove sono risultate le incongruenze. I giudici potrebbero anche rigettare il tutto e far continuare l’attuale amministrazione comunale come se nulla fosse mai accaduto. Il ricorrente Pesce punta ovviamente al ritorno alle urne con l’obiettivo di sovvertire il risultato del 12 giugno arrivando al ballottaggio o addirittura portando a casa una vittoria. In ogni caso, la sentenza del Tar può non essere definitiva: il soccombente può infatti rivolgersi al Consiglio di Stato per cercare di affermare la propria posizione. Ciò vuol dire che ti tempi si allungano per arrivare a scrivere la parola fine su questa vicenda. Di certo, l’amministrazione non dorme sonni tranquilli. E non solo per il riconteggio.